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Intervista a Laura Adriani: “Maria personaggio imprevedibile. Valeria Fabrizi maestra di vita” La new entry di “Che Dio ci aiuti 5” si racconta in esclusiva su La voce dello schermo ripercorrendo le fasi principali della sua carriera.

Gen 23, 2019

Laura Adriani ne ha fatta di strada dai giorni passati tra “I Cesaroni”. L’attrice è infatti cresciuta molto sia dal punto di vista artistico che umano nel frattempo. Ha recitato in “Tutta colpa di Freud” di Paolo Genovese, ha avuto l’opportunità di cimentarsi nel mondo del cinema d’autore con “Questi giorni” di Giuseppe Piccioni e con “Il colore nascosto delle cose” di Silvio Soldini ed è arrivata, infine, al Convento degli Angeli di “Che Dio ci aiuti 5”, dove la stiamo vedendo il giovedì sera. Su questo e molto altro si è soffermata Laura Adriani in un’intervista esclusiva per “La voce dello schermo”

Salve Laura, benvenuta su “La voce dello schermo”. Dal 10 gennaio ti stiamo vedendo in “Che Dio ci aiuti 5” nei panni di Maria. Che cosa accadrà al tuo personaggio nelle prossime puntate?

Maria ne combinerà davvero di tutti i colori e, grazie a tutto quello che accadrà nel convento, riuscirà a crescere e a trovare una parte di sé stessa sconosciuta fino a quel momento. I rapporti con Nico e Ginevra saranno fondamentali per lei e per lo sviluppo delle vicende. Di più, ovviamente, non posso dire.

Quali sono gli aspetti che ti sono piaciuti di più della fiction? Puoi raccontarci qualche aneddoto curioso?

Sicuramente mi ha colpito molto la sua semplicità. Ogni giorno sul set accadono avvenimenti curiosi, ma poi alla fine delle riprese te li dimentichi tutti.

Quale membro del cast ti ha colpito di più e perché?

Beh, questa è una domanda scorretta. Dovrei dire tutti, altrimenti si offendono. Scherzo chiaramente. Durante questi nove mesi, la persona che più mi ha colpito è stata Valeria Fabrizi, che non è soltanto un’attrice di una bravura innata e istintiva, ma soprattutto una grande donna. Ha dato a tutti noi, durante le riprese, diverse lezioni di vita che conserverò accuratamente nel cuore.

“I Cesaroni” è stata la fiction che ti ha dato la popolarità. Che ricordi hai di quella esperienza? Com’è cambiata Laura da quegli anni?

Laura è una persona molto diversa da allora. In linea con ciò che era, ma diversa e più consapevole. Con questa consapevolezza ricordo l’esperienza dei “Cesaroni” con tenerezza. Ero una bambina al primo lavoro davvero importante. Insomma, ero molto contenta di farne parte. Sicuramente adesso le mie ambizioni sono diverse, si allontanano anche da quel genere di prodotto. Ho voglia di far parte di qualcosa che vada al di là dell’intrattenimento, qualcosa che si avvicini di più all’arte del cinema.

Dopo “I Cesaroni” è arrivata l’esperienza in “Tutta colpa di Freud”. Cosa porti nel cuore di questo film? Come descriveresti Paolo Genovese?

Anche l’esperienza in “Tutta colpa di Freud” è stato un momento molto importante nella mia vita lavorativa. Quando Paolo mi scelse per interpretare il ruolo di Emma forse ho creduto veramente di poter fare l’attrice. Ho pensato che allora non era stata solo fortuna fino a quel momento. Anche se la fortuna, alla fine, predomina su tutto. Paolo è un regista che sa ciò che vuole, sia da sé stesso sia dagli altri. È un regista che mette allegria, il suo è uno dei pochi set in cui non si sentono urla ma persone che ridono e si divertono.

Lo scorso anno ti abbiamo visto ne “Il colore nascosto delle cose”. Cosa ha significato per te far parte di questa pellicola?

È stato un momento molto significativo per me. Silvio Soldini mi ha dato la possibilità di scoprire il cinema d’autore, di cui ero già completamente innamorata da spettatrice e del quale adesso non posso fare a meno come attrice. Inoltre, mi ha dato la possibilità di lavorare con un’attrice che stimo molto, ovvero Valeria Golino, e di interpretare un personaggio meraviglioso: una ragazza non vedente.

Ci sono altre esperienze che ti piacerebbe ricordare? Perché?

Così come Soldini, anche Giuseppe Piccioni è stato importante per la mia formazione nel cinema d’autore. L’esperienza in “Questi giorni” è sicuramente, in ambito lavorativo e personale, quella che mi porto più dentro. Durante e dopo le riprese di quel film è successo qualcosa di magico che faccio sempre tanta fatica a descrivere a parole.

Se potessi scegliere un ruolo da una serie tv e uno da un film in cui non hai recitato, quale sceglieresti?

Bella domanda. Come serie tv mi piacerebbe far parte di qualcosa che esca dai soliti canoni televisivi, qualcosa che sconvolga. Servirebbe un “Sex Education” di Netflix anche in Italia. Per quanto riguarda il cinema, mi piacerebbe interpretare il ruolo di una giovane madre della bassa periferia romana per tirare fuori due lati di me che forse come attrice non sono ancora riuscita a far vedere.

Questo portale si chiama “La voce dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?

Ascoltare una voce, un punto di vista diverso dal mio e, grazie a questo, arricchire il mio animo e aprire la mia mente.

Di Francesco Sciortino

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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