Mercoledì 18 settembre debutta su Canale 5 “Rosy Abate 2”, fiction con Giulia Michelini protagonista. La voce dello schermo ha intervistato una delle new entry più interessanti dei nuovi episodi: Daniela Virgilio. L’attrice, resa celebre dal ruolo di Patrizia in “Romanzo Criminale”, ha presentato il personaggio di Nadia e ripercorso le tappe principali della propria carriera, ricordando non soltanto gli anni del “Pijamose Roma” ma anche i numerosi ruoli di successo che ha interpretato. Daniela ha, infatti, recitato nel film di Paul Haggis “Third Person” al fianco di Liam Neeson, in interessanti commedie italiane come “Quel Bravo Ragazzo”, “Questione di Karma”, “La Solita Commedia: Inferno” e ha ricoperto anche tantissimi altri ruoli che la rendono un’attrice polivalente.
Salve Daniela. Benvenuta su “La voce dello schermo”. Mercoledì 18 debutterà “Rosy Abate 2”. Presentaci il tuo personaggio e cosa ti è piaciuto dell’interpretarlo?
Il mio personaggio si chiama Nadia, si presenta durante la prima puntata come la nuova donna di Luca e minaccia un po’ l’equilibrio tra Rosy e Luca. D’altronde i triangoli amorosi sono la mia specialità (ride ndr.). Non posso svelare molto, ma spero davvero che il pubblico si affezioni a questa donna, assieme al regista e a Mario (Squeglia) abbiamo lavorato molto affinché risultasse forte, determinata e anche molto molto tenera e materna. Una donna di carattere, una colonna portante a cui appoggiarsi, una persona di cui si possa sentire la mancanza. Consiglio vivamente di non perdere la prima puntata. Poi potrebbe essere troppo tardi!
Hai qualche aneddoto curioso dal set che vorresti condividere con i nostri lettori?
Mi trovavo in sala trucco, durante uno dei primi giorni di set. Seduto sulla poltrona accanto a me vedo un uomo brizzolato con la barba, Non lo conoscevo, quindi mi presento: “Piacere Daniela”. E lui: “Piacere…”. Non ho completamente capito il nome. Capiterà anche a voi ogni tanto di non afferrare il nome quando qualcuno si presenta! Qualche giorno dopo mi vengono a prendere per andare sul set e mi dicono che saremmo andati a prendere un altro attore. Vedo scendere Davide Devenuto, che non ho mai conosciuto di persona, quindi carina e gentile mi presento “piacere Daniela”. Lui mi guarda storto e io capisco di aver fatto una gaffe tremenda! È stato l’inizio della fine. Mi ha tenuto il muso (ride ndr,). Non sono serviti nemmeno i tentativi di spiegargli che con la barba finta non lo avevo riconosciuto! Sosteneva che fossi una rimbambita spocchiosa, ovviamente tutto ciò sulla linea dello scherzo. Ora ogni volta che lo incontro mi ripresento sempre, gli do la mano e gli dico: “Piacere Daniela!”.
Due commedie di successo di cui hai fatto parte sono “Quel bravo ragazzo” e “Questione di Karma”. Cosa ricordi con maggiore piacere di questi due film?
Sono due commedie molto diverse tra loro. In “Quel bravo ragazzo” il mio era l’unico personaggio “serio”, una donna poliziotto tutta d’un pezzo che piano piano si fa intenerire dal personaggio interpretato da Herbert Ballerina. Abbiamo girato in Sicilia, in un contesto quasi familiare. Ricordo una grande serenità sia fuori dal set sia all’interno. Io sono entrata in corsa, a pochi giorni dall’inizio delle riprese e il mio personaggio è nato direttamente sul set, tra un ciak e l’altro, appoggiandosi all’energia del resto del cast. Ben diverso è stato “Questione di Karma”, un film che io ho girato in una settimana, facendo tutte notti. Il regista aveva le idee ben chiare, ci indicava le intonazioni e i tempi comici. Avevamo un vero e proprio spartito musicale da seguire ed è stata una sfida interessante e impegnativa . Mi sono divertita moltissimo nei panni di una moglie stufa, a tratti isterica. Lavorare con Elio Germano è stato bellissimo, siamo colleghi ma siamo anche molto amici e lo ritengo tra gli attori più bravi della mia generazione. Mi sono tolta una bella soddisfazione lavorando con lui e spero davvero tanto di incrociarlo di nuovo su qualche set.
A quali altre esperienze sul grande schermo sei più legata?
Se parliamo di grande schermo non posso non menzionare la mia piccola, piccolissima, esperienza nel film “Third Person” di Paul Haggis. Prima di tutto ho conosciuto un collega che poi è diventato uno degli amici più cari che ho: Fabrizio Biggio. Insieme abbiamo girato “La Solita Commedia: Inferno”. Un film in cui vesto i panni, e le parrucche, di 5 personaggi diversi. Potete immaginare il divertimento! In secondo luogo ho girato la mia scena con Liam Neeson, un colosso anche fisicamente, 2 metri di uomo, un attore preciso, concentrato che, per non uscire dal personaggio, si è presentato a me solo quando abbiamo finito di girare. La disciplina e il silenzio che ho respirato su quel set non l ‘ho ancora ritrovata.
Il ruolo che ti ha lanciata è stato quello di Patrizia di “Romanzo Criminale”, personaggio forte e rimasto nel cuore della gente. Ti sei mai sentita “imprigionata” dall’eredità che ti ha lasciato questo ruolo?
L’esperienza di “Romanzo Criminale” è stata senza dubbio un dono. È stato per me un ruolo fondamentale, una crescita incredibile, un sontuoso tappeto rosso che mi ha portata dritta dritta nel mondo del lavoro, un lavoro di grandissima qualità. Sono grata per questo. Anche se è vero che, nonostante siano passati dieci anni, io per tutti resto sempre e comunque Patrizia. Il pubblico, ma anche alcuni casting, non riescono a vedermi in altri panni, nonostante i ruoli diversi che ho interpretato in tutti questi anni. Sul piccolo schermo sono stata una donna arrivista e meschina nella serie anni 20 “I Segreti di Borgo Larici”, Poi sono stata una madre disperata accanto a Daniele Liotti in “Un passo dal cielo 4”. Ma non c’è verso. Il grande pubblico che mi ferma per strada e mi chiede foto vuole solo Patrizia.
Nonostante ciò, hai mai nostalgia di quel set? Se sì cosa ti manca?
La serie è diventata un cult e ammetto che quella ricostruzione storica, quei personaggi, quei vestiti, quella colonna sonora, quella qualità sono qualcosa di unico, indimenticabile che mi manca e che mi auguro fortemente di ritrovare nei prossimi lavori, la qualità paga sempre!
Hai qualcosa su cui stai lavorando e che vorresti presentarci?
Mentre aspetto un altro ruolo forte al cinema ho deciso di dedicarmi al teatro. Sono tornata in scena con un monologo di Sarah Kane: “Psicosi delle 4:48”, un testo intenso sulla depressione e il suicidio. Ho debuttato a Pordenone in occasione di una rassegna estiva e ora, a breve, lo proporrò a Roma. Mi vedrete struccata, vestita di nero, disperata e sola. La regia è di una performer e amica Alessia Pellegrino. Vi terrò aggiornati tramite il mio account di Instagram.
Questo portale si chiama “La voce dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?
Mi Piace molto il nome del vostro portale. Pensare alla voce mi fa riflettere sul valore dell’ascolto. Saper ascoltare è la prima cosa che insegnano nei corsi di recitazione, Se non ascolti l’altro le tue parole risulteranno vuote e non puoi accordarti, dunque risulterai stonato. Molto spesso mentre l’altro parla noi non ascoltiamo perché siamo preoccupati a pensare già a cosa risponderemo, ci avete fatto caso? Ascoltare è costruttivo, è rispettoso, è generoso. Se poi facciamo il salto dall’ ascoltare all’ascoltarsi allora diventiamo invincibili.
Francesco Sciortino
*Fotografie 1-2 e copertina di Emanuela Scarpa