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Ester Pantano: “Agente tenace in ‘Imma Tataranni’. Vi racconto del mio incontro con Camilleri” L’attrice siciliana presenta la sua Jessica Matarazzo, personaggio che vedremo dalla seconda puntata di “Imma Tataranni – Sostituto Procuratore”.

Set 25, 2019

Dalla terza puntata entrerà in scena un nuovo personaggio nella fiction di Rai Uno “Imma Tataranni – Sostituto Procuratore”. Si tratta dell’agente di polizia Jessica Matarazzo, interpretata da Ester Pantano. È proprio l’attrice siciliana a presentare la new entry su “La voce dello schermo” e ad anticipare cosa vedremo durante le prossime puntate. Ester non ha parlato soltanto dell’esperienza in “Imma Tataranni”, ma ha anche ripercorso le tappe fondamentali della propria carriera, ricordando il suo debutto da protagonista ne “La mossa del cavallo”, che le ha permesso di farsi conoscere e apprezzare dal pubblico e di incontrare Andrea Camilleri.

Salve Ester. Benvenuta su “La voce dello schermo”. Da domenica ti vedremo in “Imma Tataranni – Sostituto procuratore”. Presentaci il tuo personaggio…

Salve a tutti. Grazie. In “Imma Tataranni – Sostituto Procuratore” interpreto Jessica, un’agente di polizia di bell’aspetto. Lei non vuole adagiarsi solo sulla propria bellezza nonostante non cerchi di camuffarla, anzi la esalta in tutti i modi con un abbigliamento molto provocante e fuori dagli standard che si dovrebbero tenere quando si indossa la divisa. Ha un carattere molto forte ed entra subito in competizione con gli uomini mettendo in chiaro che non ha nulla in meno di loro, raccontando le proprie gesta e pavoneggiandosi. Avrà subito uno scontro con Imma che spiegherà a Jessica che il suo abbigliamento e il suo atteggiamento non sono consoni al loro lavoro. Inizialmente le due sono in contrasto, anche sentimentale, dal momento che l’appuntato Calogiuri creerà un po’ di competizione tra loro. Dopo un po’ cominceranno ad apprezzarsi e si instaurerà un rapporto migliore.

Quali sono gli aspetti che ti sono piaciuti di più e in cui ti ritrovi di più?

La voglia di farcela da sé, di non cercare scorciatoie nella vita e non farsi intimorire dalla società e dagli ambienti maschilisti in cui viviamo.

Cosa ti ha colpito di più dal set?

Ovviamente ricordo con piacere il rapporto che si è creato con Vanessa, con gli altri membri del cast e con il regista. Abbiamo avuto molte sveglie all’alba che ci hanno permesso di godere di luci e colori del cielo che andavano dal rosa all’arancio e viola. Grazie alla meraviglia di quei colori, di quel silenzio mattutino, riuscivi a dimenticare qualsiasi fatica. Ho trovato un bell’ambiente

Hai cominciato con una piccola parte ne “Il Commissario Montalbano” e successivamente hai fatto parte de “La mossa del cavallo”. Cosa ha significato per te recitare in queste fiction firmate Rai?

Il primo è stato soltanto un piccolissimo ruolo che mi ha fatto capire tanto umanamente e la direzione che stavo prendendo nella mia vita. È stato un vero e proprio test e il battesimo nel mondo della recitazione che mi ha fatto comprendere che era questa la strada che volevo intraprendere.
“La mossa del cavallo” invece ha segnato per me il ritorno in un ambiente familiare, nella mia Sicilia ed è stato molto significativo parlare il  dialetto scritto egregiamente da Camilleri. Però, soprattutto, è stato molto importante per me approcciarmi a un personaggio che non è della mia epoca e che apparteneva alla Sicilia dell’800. Marina Roberti, la costumista del film, mi ha accompagnata in un viaggio incredibile nella Sicilia ottocentesca.

Hai avuto l’occasione di conoscere Andrea Camilleri?

Ho conosciuto Camilleri durante la conferenza stampa de “La mossa del cavallo” e di lui ricordo la serenità molto forte che trasmetteva. Ma nonostante ciò era anche molto partecipe e attivo nei confronti delle problematiche del quotidiano. Lo era più di quanto riusciamo a fare noi, che questo presente è il nostro campo d’azione per il nostro futuro. Mi ha colpito tanto questo profondo interesse verso quello che stava per lasciare in eredità. Ci ha lasciato grandi insegnamenti e non ha soltanto vissuto il suo periodo di vita.

Sei siciliana e questo mestiere crea spesso molte difficoltà a chi è meridionale. Che rapporto hai con la tua terra?

Ho un rapporto profondissimo con la Sicilia e la porto sempre nel mio cuore. È vero ciò che dicono, che la Sicilia in fondo è un continente e non ha nulla da invidiare o di diverso rispetto a chi è cresciuto da un’altra parte. Riesco ad affrontare bene la vita di Roma e questo mestiere anche grazie alla Sicilia. Mi sento protetta dalla mia cultura d’origine.

Tu sei anche cittadina del Mondo viste le tue esperienze all’estero. Cosa hai imparato da queste esperienze?

Queste esperienze mi hanno insegnato a non sentirmi troppo appartenente a un territorio e a sentire ancora meno la distanza e la differenza dagli altri. Dalle nostre parti spesso ci chiediamo da dove provenga una persona mentre in città come New York non esistono queste differenze ma semplicemente sei, perché c’è un abitudine all’altro e non viene vista come diversità ma come un qualcosa che ti arricchisce.

Hai degli obbiettivi particolari che ti prefiggi di raggiungere?

Sicuramente di non scendere mai a compromessi e mettermi nella condizione di poter scegliere cosa voglio fare e cosa no. Ho la fortuna di poter contare molto sulla mia agenzia durante questo percorso, che mi guida in molte decisioni importanti e non mi fa scegliere a caso i miei progetti lavorativi.

Dove ti vedremo prossimamente?

Sarò impegnata come protagonista al cinema di un progetto in cui andremo a girare nel mondo ma di cui non posso parlare. Inizieremo a girare da metà ottobre.

Film e serie tv preferiti?

Ho amato tremendamente “Cafarnao” di Nadine Labaki. Da spettatrice prediligo il cinema perché non riesco molto a guardare le serie. Tuttavia ho apprezzato tanto “Sex Education” perché con ironia è riuscita a trasmettere un messaggio importante riguardo la sessualità. Mi è piaciuto molto anche “When They See Us” che affronta la tematica del razzismo in America e quello che si è costretti a subire a distanza di anni solo per motivi razziali.

Questo portale si chiama “La voce dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?

A volte è una melodia che ti accompagna. Ho un concetto molto romantico riguardo la voce dello schermo perché una volta, osservando una signora vedova in Sicilia e con il televisore acceso, ho capito quanto possa fare compagnia questo mezzo.

 

Di Francesco Sciortino

*Foto di copertina e 2 di Lucia Iuorio

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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