È arrivato il momento dell’attesissima quarta stagione di “Mare Fuori”. I primi sei episodi delle nuove puntate della serie prodotta da Picomedia (Roberto Sessa) saranno disponibili online, su Rai Play, da giovedì 1° febbraio. Per vederli su Rai Due, invece, si dovrà aspettare il 14 febbraio. Abbiamo intervistato su “La voce dello schermo” una new entry della serie, Luca Varone, che nella serie interpreta Angelo. Il giovane e talentuoso attore, già visto in “Rossosperanza” e in “Mia”, ci ha confidato in esclusiva alcuni aspetti che riguardano il nuovo personaggio di “Mare Fuori” e altre curiosità che riguardano la serie del momento. A voi…
Salve Luca, benvenuto su “La voce dello schermo”. Da giovedì 2 febbraio ti vedremo su RaiPlay, nella nuova stagione di “Mare Fuori”. Interpreti Angelo, un nuovo personaggio, cosa dobbiamo aspettarci da lui?
Salve a tutti, grazie. Da Angelo dobbiamo aspettarci qualcosa che forse in “Mare Fuori” non si è mai visto. Non posso fare troppi spoiler, ma lo ritengo un personaggio differente rispetto a tutti quelli presenti e non appartiene a quel mondo. È stato catapultato in una realtà molto più grande di lui e non si sa se avrà la forza di gestire tutto quello che gli sta accadendo. Dallo stile e per il modo di vestire forse ricorda un po’ Chiattillo. È sensibile ma, allo stesso tempo, molto sicuro di se stesso, perché sa di piacere e utilizzerà queste tecniche con un personaggio della serie.
Tra i personaggi presenti, accanto a chi lo vedremo maggiormente?
Sicuramente accanto a Silvia.
Quando hai saputo di essere stato scelto per “Mare Fuori”, come hai accolto la notizia? C’è stato un po’ di timore nell’interpretare un personaggio in una serie così amata dal pubblico?
In realtà, avevo già fatto un provino per la terza stagione di “Mare Fuori”, per il personaggio di Cucciolo, ma per vari motivi non sono stato scelto. Nonostante ciò, ero piaciuto tanto al regista, che mi promise un provino per la stagione successiva. Appena arrivato il materiale per sostenere il provino, mi sono impegnato tantissimo perché volevo ottenere la parte a tutti i costi. Ovviamente, quando si ottiene un ruolo in una serie così amata, c’è sempre un po’ di timore e Angelo rappresenta il ruolo più importante della mia carriera al momento. All’inizio mi domandavo se fossi stato all’altezza, ma trascorsi i primi giorni è andato tutto bene.
Cosa ti ha colpito dal set di “Mare Fuori”?
È un set giovane, non soltanto il cast ma anche la troupe. Ho trovato tutti molto disponibili, noi napoletani siamo molto accoglienti e con i ragazzi del cast si è creato un bellissimo rapporto. Sono stato messo subito a mio agio. Il primo a presentarsi è stato Antonio D’Aquino, che mi ha fatto fare il giro del set e mi ha spiegato varie dinamiche.
Da attore come ti ha messo alla prova quest’interpretazione?
Data la grandezza del progetto, mi ha messo alla prova anche recitare in napoletano, nonostante sia napoletano. Ivan (Silvestrini ndr.) è un regista che riesce a tranquillizzarti e a far uscire la parte migliore di te.
Cosa pensi di aver trasmesso ad Angelo?
Sicuramente il carisma. Sono una persona consapevole di me stesso, soprattutto a livello esteriore, e so come convincere la gente. Questo aspetto l’ho dovuto trasmettere in alcune scene.
Ti rispecchi in lui?
Sì, sia per lo stile che a livello caratteriale. Angelo è un bravo ragazzo mi ci sono ritrovato abbastanza.
Ci sono aneddoti dal set che ti sono rimasti impressi?
Durante una scena, ci trovavamo in cortile a giocare con la palla. A un certo punto, Ivan ha preso una palla, l’ha lanciata in mezzo e ci ha detto: ‘divertitevi!” e tutti ci siamo messi a giocare. Credo sia stato uno dei momenti più belli del set.
Sei giovane. Spesso si è parlato dell’esempio che una serie come “Mare Fuori” possa dare ai giovani. Come commenti le critiche che a volte hanno accompagnato la serie?
Vorrei rispondere sulla scia di quanto dichiarato da Matteo Paolillo durante la conferenza, ovvero che bisogna educare i figli alla visione. A mio parere, se accadono eventi brutti all’esterno, la colpa non è delle serie tv. I prodotti audiovisivi offrono una rappresentazione o una parte di ciò che accade nel mondo. Ovviamente tratta di eventi romanzati, le carceri non sono così, ma è comunque una realtà. Secondo me, è fondamentale il ruolo dei genitori durante la visione della serie. Per esempio, vedendo che un personaggio fa una brutta fine o viene mandato nel carcere degli adulti, è importante che venga detto: “Hai visto che fine si fa facendo questa vita?”. “Mare Fuori” fa comprendere che facendo una determinata scelta di vita poi devi subirne le conseguenze. In cuor mio spero sempre che anche chi sbaglia venga salvato e si reinserisca sulla strada giusta, ma è giusto anche essere consapevoli che se si fanno cavolate non servono le lacrime di coccodrillo.
Durante la tua crescita, come sei stato accompagnato alla visione di certi prodotti televisivi?
Quando ero più piccolo, durante il periodo pasquale, vidi con la mia famiglia “Romanzo Criminale”, avevo circa undici anni. La serie, ovviamente, non è adatta a un ragazzino di 11 anni, ma i miei genitori mi hanno spiegato passo dopo passo cosa accadeva e magari, durante certe scene, mamma mi copriva gli occhi, ma è importante che i figli vengano educati e seguiti nella visione di certi prodotti.
Cosa rappresenta per te “Mare fuori”?
“Mare fuori” è una versione romantica della vita per me, il cuore della serie sono i sentimenti che provano i protagonisti, sembrerà banale ma per me rappresenta la vita.
Cosa dobbiamo aspettarci da questa nuova stagione?
Amore soprattutto e crescita.
Come stai vivendo l’attesa prima della messa in onda?
Ho ansia, ma una bella ansia perché forse la mia vita sta cambiando e non vedo l’ora di vedere gli episodi.
Cosa ti aspetti dopo la messa in onda dopo che gli altri ragazzi sono stati sommersi dall’affetto del pubblico?
Ho affrontato l’argomento anche con i miei genitori, la fama o l’essere conosciuto fa piacere, ma credo ci sia qualcosa di più importante. Ciò che più mi interessa è arrivare al pubblico e che mi si aprano porte per altri progetti lavorativi. Il mio desiderio più grande è quello di fare l’attore.
Ci sono altre esperienze lavorative a cui sei più legato?
Oltre a “Mare Fuori”, l’aver interpretato uno dei quattro protagonisti in “Rossosperanza” è stato per me molto bello. È un film anni ’90 sui poteri forti dell’epoca e che ricorda eventi storici dell’epoca. Ho interpretato Adriano, presente in quasi tutto il film ma è muto per un avvenimento che è capitato nella sua vita. Un’altra esperienza che porto nel cuore, nonostante abbia girato circa tre scene, è “Mia” di Ivano De Matteo.
Se potessi scegliere diversi registi con cui lavorare, chi sceglieresti?
Per miei gusti personali direi Stefano Sollima, Christopher Nolan, Marco Bellocchio e Paolo Sorrentino.
Questo portale si intitola “La voce dello schermo”, cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?
Significa trarre insegnamenti utili tramite uno schermo. Al giorno d’oggi, vediamo sui social tante cose stupide che alla società non servono. Per me significa ascoltare e trarre insegnamento dalle cose importanti. Ovviamente dipende anche dai gusti della gente, magari i non appassionati del cinema possono trovare altri modi utili per ascoltare la voce dello schermo.
Di Francesco Sciortino