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Intervista a Elisabetta Pellini: “Grazie a ‘Buio come il cuore’ ho potuto mettermi alla prova nel genere noir” L’attrice, al cinema con i film "Buio come il cuore" e "Il monaco che vinse l'apocalisse", si racconta su “La voce dello schermo”.

Dic 11, 2024
Foto di Gianmarco Chieregato

Su “La voce dello schermo” abbiamo ritrovato Elisabetta Pellini, che sta vivendo un periodo artistico molto interessante. L’attrice è, infatti, in due film in uscita che ci mostrano un lato inedito di lei: il primo è “Il Monaco Che vinse l’apocalisse”, già nelle sale dal 5 dicembre, diretto da Jordan River e ispirato alle visioni dell’apocalisse descritte da Gioacchino da Fiore. Il secondo è, invece, “Buio come il cuore”, diretto da Marco De Luca che uscirà il 12 dicembre. Elisabetta si è raccontata presentandoci i due film, raccontandoci quanto stimolante sia stato per lei interpretare personaggi molto diversi come la regina Costanza D’Altavilla ne “Il Monaco che vinse l’apocalisse” e Anna di “Buio come il cuore” e dell’interessante sfida rappresentata dal cimentarsi in generi differenti come lo storico e il noir. L’attrice ha inoltre confidato alcune curiosità riguardanti il proprio lavoro e le altre esperienze della propria carriera. A voi…

Foto di Gianmarco Chieregato

Salve Elisabetta, bentrovata. In questo periodo ti troviamo al cinema in due film completamente differenti e stiamo scoprendo lati inediti di te. Partendo da “Il monaco che vinse l’apocalisse” di Jordan River, cosa ti ha colpito del film e il tuo personaggio?

Salve a tutti, bentrovati. “Il Monaco che vinse l’apocalisse” racconta la vita di Gioacchino da Fiore ed è un film spirituale, che abbraccia tutte le religioni. Io interpreto la regina Costanza di Altavilla, madre di Federico II ed è stato interessante raccontare di questa regina che incontra un monaco per chiedergli di aiutarla nel trasmettere al figlio un po’ della sua arte, della sua filosofia e spiritualità, si confesserà e sarà la prima regina che si inginocchierà davanti a un monaco. È stato un evento storico molto importante, vesto i panni di un personaggio molto bello e ho avuto l’opportunità di lavorare con Vittorio Sodano, che ha seguito gli effetti speciali e il trucco, con Gianni Mammolotti, che ha fatto una fotografia meravigliosa, e naturalmente con Jordan River, che è stato il regista e lo ha anche prodotto.

Quali sono stati gli aspetti che ti hanno fatto amare questo film?

La crew è stato un fattore determinante per me: Sodano è un mio amico, avevo avuto già modo di lavorare insieme a lui, l’ho sempre stimato moltissimo ed è un grandissimo professionista, così come Mammolotti ed è stato un piacere ritrovarlo. Infine, è stata una bella opportunità incontrare Daniele Gelsi, che ha fatto dei costumi molto belli. È stato un tuffo nel passato rivivere quel periodo in particolare, tra l’altro poco trattato, e mi ha portato a fare delle ricerche su come fosse Costanza D’Altavilla. Porto nel cuore l’emozione dell’essere diventata regina per un giorno e dell’aver indossato una corona pesantissima, che mi ha lasciato, il giorno dopo, un cerchio alla testa! (ride ndr.). Uno degli aspetti più belli del mio lavoro è che ti dà la possibilità di interpretare personaggi profondamente diversi da te, in più sia questo film che “Buio come il cuore” sono due prodotti che ci stanno già dando diverse soddisfazioni, dal momento che abbiamo già ricevuto diversi premi per entrambi.

Passiamo invece a “Buio come il cuore”, un noir che ti ha messo ancora di più alla prova attraverso il personaggio di Anna…

Sì, sono protagonista con un cast molto bello a fianco a me: ci sono Antonio Grosso, Antonietta Bello, Stefano Gianino, Gabriele Rossi, Stefania Casini che è un’icona del noir e Luc Merenda molto considerato all’interno di questo genere nel cinema francese ed è stato bello incontrarli e lavorarci. La regia è di Marco De Luca, che ha scritto anche il film con Claudio Masenza. La fotografia è di Cristian Mantio, che è molto gotica e scura tipica del noir. La colonna sonora è di David Cerquetti, un giovane compositore italiano bravissimo che lavora anche a Los Angeles, che ha inciso le musiche, tra cui la canzone finale cantata da Lorenzo Licitra. È stato girato in Calabria, grazie ai finanziamenti della Film Commission Calabria, ed è un film nel film perché il mio personaggio, Anna, si trova in questa regione per girare un film, appunto, “Buio come il cuore” e vedrete diversi avvenimenti che vi conquisteranno. Racconta di un rapporto tossico tra marito e moglie, di manipolazione, amore, passione e intrighi tipici del noir.

Cosa ti ha affascinato, invece, di questa esperienza?

È stata una bella responsabilità e una grande chance interpretare Anna, la protagonista. È stato un sogno che si è realizzato perché ho sempre voluto fare un film d’autore e soprattutto un noir, che è un genere che mi affascina tanto. Non è stato un ruolo semplice da interpretare perché è molto complesso, è molto fragile e forte allo stesso tempo, una donna che nasconde un passato e ci sono delle scene che sono state molto difficili da girare ma, grazie alla collaborazione di tutti, è stato più semplice. Penso sia fondamentale per un’attrice potersi fidare e affidare totalmente al regista, è così è stato con Marco e con il direttore della fotografia. È stato un bel lavoro, Marco ha preparato molto il film prima di girare come se fosse uno spettacolo teatrale e, arrivati sul set, eravamo tutti pronti. Ho trovato molte scene interessanti, alcune legate al pianto e un’altra in cui corro a piedi nudi, con la sottoveste e al freddo ma con un’adrenalina che mi ha portata a correre talmente forte che il drone non riusciva a starmi dietro! (ride ndr.). È stata una bella sfida, mi ha messo molto alla prova e mi sono innamorata di Anna, nonostante non sia un personaggio positivo, ed è stato bello viverla.

Cosa ha significato per te far parte di questo set?

C’è tanto amore e tanta dedizione dietro questa esperienza, spero che possa andar bene e che possa piacere.  Avverto una grande attesa per questo film e allo stesso tempo un po’ di ansia per capire se il pubblico lo apprezzerà. È il risultato di un lavoro lungo e ci auguriamo tutti che vada bene.

Ci sono altri lavori in cui ti vedremo prossimamente?

Ho appena finito di girare “La sesta volta”, diretto da Gianni Aureli e sceneggiato da Gaia Moretti, che mi ha dato la possibilità di condividere il set con Sara Baccarini. È la storia di due donne, una nobildonna e una partigiana, che fanno un viaggio durante la fine della seconda guerra mondiale. Anche questo set mi ha messo alla prova perché abbiamo girato molte scene in notturna e in cui dormivamo nei boschi. Il mio è un altro personaggio femminile molto misterioso e molto interessante. Esperienze come queste ti fanno capire che un conto è vedere la guerra su uno schermo e un altro è viverla. Ci sono scene molto forti e di violenza che abbiamo riproposto e che sono realmente accadute. Lo abbiamo finito di girare, siamo in fase di post-produzione e uscirà nel 2025.

Con Sara, inoltre, hai condiviso il set di “Ritorno al crimine – La serie”. Com’è stato per te far parte di questa esperienza?

È stata molto bella perché è una commedia e mi sono molto divertita a girare con Massimiliano Bruno, che è un attore, un regista, un autore bravissimo che stimo tantissimo. È stato un set molto professionale e per certi versi matto, anche se con Sara non avevamo avuto modo di girare insieme. Ne “La sesta volta”, invece, recitare assieme a lei è stata una bella scoperta perché il film racconta la storia di due donne agli opposti, che si conoscono durante questo viaggio, si confidano e succederanno alcuni avvenimenti importanti che renderanno interessante la visione del film. Sara è una ragazza e un’attrice che stimo tantissimo ed è più appagante lavorare al fianco di una collega sulla tua stessa lunghezza d’onda, tua complice e con cui creare un’armonia perché si lavora meglio su un set e si percepisce anche sullo schermo.

Ultimamente sembra stia emergendo una tua grande voglia di sperimentare, dalla regia in “Selfiemania” a ruoli che ti regalano nuove sfaccettature. C’è stato un momento in cui hai sentito la necessità di cimentarti su progetti diversi o hai sempre sviluppato questa voglia?

Sono una persona molto curiosa, mi piacciono le sfide e se mi affascinano il progetto e l’idea, mi cimento con passione e mi ci butto.

Cosa significa per te sperimentare?

Significa fare cose che non mi appartengono, che sono lontane da me e che non avresti mai pensato di fare. Ad esempio mi hanno proposto di fare un film diretto da Ciprian Mega, “21 Rubini”, in Transilvania con Mickey Rourke ed Anthony Delon ed è stata una sfida ma anche un esperimento per me perché ha rappresentato la prima volta che ho recitato in inglese, su un set internazionale e con un attore come Mickey Rourke. È stato impegnativo e un modo per capire dove arrivano i miei limiti e se riesco a superarli.

C’è una serie recente in cui ti sarebbe piaciuto fare parte?

Sicuramente il ruolo di Kate Wyler, interpretato in maniera magistrale da Keri Russell, in “The Diplomat”. Mentre per quanto riguarda un film mi piacerebbe fare un film più ironico, magari una commedia francese che amo tanto.

C’è un regista in particolare con cui ti piacerebbe lavorare? Perché?

Un po’ tutti, ogni regista è un mondo diverso, mi piacciono le opere sia dei registi affermati che di quelli giovani, credo molto nel cinema indipendente e non bisogna avere pregiudizi. Ovviamente ci sono le icone come Sorrentino, Garrone, i fratelli D’Innocenzo, Amodovar, Özpetek, con il quale ho già lavorato. Tuttavia ritengo che l’importante è che ci sia dietro un bel film, una sceneggiatura interessante, un buon cast e una storia accattivante.

Ti abbiamo vista cimentarti nella regia in “Selfiemania”. A quando il prossimo film da regista?

Ho scritto una sceneggiatura con Gianni Corsi che si intitola “DNA” e sto aspettando di capire come muoverci in base ai finanziamenti che arriveranno. Spero si possa concretizzare perché mi piacerebbe esordire nel mio primo lungometraggio. Incrociamo le dita, c’è già un ipotetico cast e speriamo si sblocchino i finanziamenti per realizzarlo.

 

Di Francesco Sciortino

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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