Giovedì 6 febbraio uscirà nelle sale l’attesissimo “Diva Futura”, film diretto da Giulia Steigerwalt con protagonisti Pietro Castellitto, Barbara Ronchi, Davide Iachini, Denise Capezza, Lidija Kordic e Tesa Litvan. La pellicola esplora il mondo della ‘Diva Futura’, l’agenzia di casting e produzione specializzata nella realizzazione di film erotici e pornografici, tra gli anni ’80 e ‘90.
Abbiamo intervistato, su “La voce dello schermo”, Davide Iachini che ci ha presentato il film, ci ha parlato degli aspetti che ha amato maggiormente dell’interpretare Massimiliano Caroletti, di cosa abbia significato per lui essere diretto da Giulia Steigerwalt e di come la regista abbia saputo raccontare con delicatezza un mondo controverso come quello della “Diva Futura” di quegli anni. Infine, Davide ha ricordato altre esperienze significative della propria carriera da “Notte Fantasma” di Fulvio Risuleo e con Edoardo Pesce alla serie tv “Greek Salad”. A voi…
Salve Davide. Benvenuto su “La voce dello schermo”. Il 6 febbraio uscirà al cinema “Diva futura” in cui interpreti Massimiliano Caroletti, l’agente della Diva Futura. Cosa ti ha affascinato di questo set?
Salve a tutti, grazie. È stato molto stimolante essere diretto da Giulia Steigerwalt che è una regista dotata di una capacità e di una maestria impressionante e possiede una sensibilità che ho avvertito sin dal provino, dal momento che ha saputo creare immediatamente un’incredibile sintonia. Ho lavorato soprattutto al fianco di Pietro Castellitto e Tesa Litvan, è stato prezioso lavorare con loro e incontrare professionisti di questo calibro. È stata un’esperienza divertentissima perché ci sono delle scene molto particolari, che non si vivono solitamente su un set. Massimiliano è il secondo marito di Eva Henger, ho avuto modo di conoscerlo ed è una persona straordinaria. È laziale e io romanista, c’è stato un bel contrasto da questo punto di vista e ho dovuto fare un lavoro sul personaggio e soprattutto una grande fatica per entrare nel corpo di un laziale! (ride ndr.) Scherzi a parte, è stato molto interessante e divertente raccontare il rapporto tra Massimiliano, Riccardo Schicchi, interpretato da Pietro Castellitto, ed Eva.
Qual è stata la reazione di Massimiliano nel momento in cui l’hai incontrato?
Penso si sia anche affezionato a questo film. È molto legato alla Diva Futura e ha questo rapporto di amore e odio con Riccardo e quasi fraterno. Lui ha un cuore gigante e un’intelligenza emotiva pazzesca perché capisce l’importanza di non farsi prendere eccessivamente dalla gelosia e da tutte le situazioni che si creano attorno a lui. Avere la moglie che è in quell’ambiente e comprendere tutto ciò non è da poco. Mi ha scritto, ci siamo visti anche il primo giorno di set, è arrivato con una sciarpa della Lazio, me l’ha messa addosso e mi sono venute le bolle! (ride ndr.) È una persona bellissima.
Dopo aver conosciuto di persona il personaggio che avresti interpretato, come hai evitato di trasformare un’interpretazione in un’imitazione?
L’unico tratto tipico che aveva lui e che hanno riprodotto su di me sono stati i due nei sulle guance. Sia io che Giulia non volevamo realizzare un’imitazione, non abbiamo provato quindi a riprodurre né l’aspetto fisico né il modo di parlare. È stato più un cercare di comprendere lo spirito, il tratto caratteriale ed emotivo di Massimiliano e le sue ragioni. In questo anche la dolcezza di racconto di Giulia ha aiutato tantissimo.
Cosa ti ha permesso di esplorare il personaggio di Massimiliano?
Personalmente penso mi abbia aiutato a sviluppare la mia intelligenza emotiva, a cercare di comprendere la persona che ho davanti, analizzando quello che prova e dando spazio anche alle emozioni che sento io in un determinato momento, senza andare a sfociare in sentimenti di gelosia e di contrasto. Mi ha aperto maggiormente alla comprensione sia come attore che come persona.
Cosa ti ha colpito dell’essere diretto da Giulia Louise Steigerwalt?
Mi sembrava di capire ciò che mi chiedesse già da come mi guardava. Ha gli occhi che comunicano tantissimo. Avevo già visto “Settembre” e avevo studiato il suo modo di raccontare delle storie e l’anima dei suoi film. È stata un’esperienza bellissima, con un clima sereno e divertente.
Una delle caratteristiche che viene attribuita a Giulia è la dolcezza. Come è riuscita a trattare con delicatezza una tematica un po’ controversa come il mondo del porno?
È riuscita a raccontare con dolcezza questo mondo parlando dell’umanità dei protagonisti e non delle etichette da personaggi del porno che hanno appiccicate addosso. L’attenzione di questo film si sposta sulle donne che c’erano dietro queste dive, sull’uomo dietro Schicchi e su come si riesca a scavalcare il limite della visione che la società ha di queste persone. È un film che racconta dei rapporti umani e sotto la loro pelle si trova la dolcezza e l’umanità di persone che vivono i loro problemi e le loro gioie.
Ultimamente il mondo del porno è sempre più raccontato. Lo abbiamo visto nella serie “Supersex” con Alessandro Borghi e adesso in “Diva Futura”. Secondo te, perché?
Forse perché è importante comprendere anche gli aspetti in cui non ci ritroviamo e demonizziamo. Sono contesti tanto lontani da chi fa una vita comune ma allo stesso tempo vicini, visto il grande numero di fruizioni. Quello che si vede in quei film è più una fantasia, un’immaginazione ed è importante capire chi siano queste persone e cosa ci sia dietro di loro, perché sono reali e sono un’altra cosa rispetto a quello che vediamo in quel contesto.
Parliamo di un altro progetto “Greek Salad” e di Pippo. Cosa hai amato di questa serie?
È stata un’esperienza simile a un Erasmus. Sono stato cinque mesi in Grecia con un cast di attori giovani e abbiamo vissuto in un hotel con camere vicine e con un modo di vivere simile a quello degli inquilini. È stato bello perché si è creata una bella atmosfera e la Grecia è un posto meraviglioso.
Ci sono altre tappe, esperienze o incontri che sono stati fondamentali per te?
Sicuramente la scuola Gian Maria Volontè, che è stato un luogo d’ispirazione molto importante per me e per il mio lavoro da attore. Poi c’è sicuramente “Notte Fantasma” di Fulvio Risuleo che mi ha permesso di vedere e recitare con Edoardo Pesce e chiacchierare con lui su come girare una scena è stato illuminante. Sembrava che ci conoscessimo da una vita intera. Infine, guardare i film di Wes Anderson e Martin Scorsese durante la mia adolescenza hanno rappresentato tanto per me e per la mia voglia di fare questo mestiere.
Se fossi un giornalista che domanda faresti a Davide?
Gli chiederei: “come stai?” e risponderei che sto molto bene, perché è un momento di cambiamento per la mia vita e sono molto contento.
Questo portale si intitola “La voce dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?
Significa ascoltare una storia e quello che una persona ha da raccontare.
Di Francesco Sciortino