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Intervista ad Alice Azzariti: “La quarta stagione di ‘Imma Tataranni’ sarà sorprendente. È impossibile resistere al richiamo della recitazione” L’attrice, che vedremo da domenica su Rai 1 nelle nuove puntate della serie con Vanessa Scalera protagonista, si racconta su “La voce dello schermo”.

Feb 20, 2025
Mauro Grasso

Domenica 23 febbraio debutterà su Rai 1 la quarta stagione di “Imma Tataranni – Sostituto procuratore”, serie con protagonista Vanessa Scalera che negli anni ha conquistato milioni di telespettatori, diventando una delle fiction più seguite in casa Rai. Abbiamo intervistato, per presentare i nuovi episodi, Alice Azzariti che nella serie interpreta Valentina. L’attrice si è raccontata su “La voce dello schermo” parlandoci delle novità che vedremo in questa quarta stagione, degli aspetti che ama del suo personaggio, di come “Imma Tataranni – Sostituto Procuratore” sia diventata per lei una seconda famiglia e del rapporto di stima che si è creato con i colleghi di set. Oltre a parlare di “Imma Tataranni”, Alice ha anche raccontato delle altre esperienze della propria carriera come “Il Metodo Fenoglio – L’estate fredda”, “La guerra dei cafoni”, ci ha confidato il suo amore per il teatro, in cui ha potuto sperimentarsi di recente, e altre interessanti curiosità che la riguardano. A voi…

Foto di Mauro Grasso

Salve Alice, benvenuta su “La voce dello schermo”. Partiamo da “Imma Tataranni – Sostituto Procuratore”, da domenica 23 febbraio andrà in onda, su Rai 1, la quarta stagione della serie. Cosa ami di questo prodotto?

Salve a tutti, grazie. L’aspetto più importante che riguarda questo progetto è sicuramente il sentirsi in famiglia. Ogni parte di questa esperienza è entrata nel mio cuore, dalla squadra ai luoghi. Ho iniziato a girare la prima stagione quando avevo diciassette anni e adesso ne ho ventitré. Per me non è soltanto un prodotto ben fatto e amatissimo dal pubblico, perché mi ha permesso di avere una grande familiarità con un progetto registico, che è quello di Francesco Amato, un regista molto attento e che tiene tanto al proprio lavoro. Sono cresciuta assieme al mio personaggio ed è un processo di evoluzione bellissimo e interessante, un po’ come quando assistiamo, durante la saga di “Harry Potter”, alla crescita dei protagonisti. È bello percepire come il tempo scorra sulla propria vita e sul proprio personaggio.

Come percepisci questo processo di maturità che riguarda sia Valentina che Alice?

Più vado avanti con Valentina e più mi allineo a lei. Durante la prima stagione avevo diciassette anni e lei quindici, nella seconda io ventuno e lei diciannove e avvertivo un modo di ragionare in cui non mi identificavo tanto, durante la terza e in questa sta vivendo una fase della vita in cui mi ritrovo maggiormente, avendo ventitré anni e lei ventuno, e la capisco maggiormente, la vesto bene e lei veste bene me.

Quali sono gli aspetti che ami di lei?

Sicuramente la pazienza, avendone più di me, e la sua capacità di essere riflessiva. Non che io sia un’incosciente, ma credo di essere più impulsiva rispetto a lei, mentre lei pensa e osserva maggiormente prima di fare le cose. È un aspetto che ammiro perché consente di avere più tempo per elaborare un’azione e un modo di agire per poterla assimilare. Dalla terza stagione la troviamo più matura, che evita le sceneggiate adolescenziali e ha una maggiore consapevolezza nel dire le cose.

Com’è stato lavorare su questo legame figlia – madre con Vanessa Scalera?

È un’attrice meravigliosa, che stimo da morire. Per quanto mi riguarda, è stato illuminante e mi auguro di poter ripercorrere gli stessi passi suoi o di Massimiliano Gallo. Sono attori fantastici che dal punto di vista lavorativo mi hanno insegnato tanto, anche semplicemente l’importanza dell’ascolto, dello stare sul set e dell’approccio al lavoro. Non si tratta soltanto di girare la scena, ma soprattutto di fare questo lavoro con gioia e vedendoli recitare assieme si percepisce un’incredibile base di divertimento. Sul set di “Imma Tataranni” ci si diverte, si sta concentrati, si porta a casa un lavoro fatto bene ma con grande serenità. Francesco Amato ci ha sempre detto che uno degli aspetti più importanti su un set è stare bene e divertirsi e credo che questa concezione stia alla base del nostro lavoro. Ho iniziato a recitare a quattordici anni ed è importante mantenere l’approccio al gioco che si ha quando si è più piccoli.

Cosa dobbiamo aspettarci dai nuovi episodi?

Questi episodi regaleranno al pubblico sorprese inaspettate ma non posso dire altro.

Tra le altre esperienze della tua carriera ci sono “La guerra dei cafoni” di Davide Barletti e Lorenzo Conte e “Il Metodo Fenoglio” di Alessandro Casale. Cosa porti nel cuore di questi lavori?

De “La guerra dei cafoni” sicuramente ricordo un modo di recitare molto giocoso, dal momento che avevo tredici anni quando è stato girato. È un bellissimo film, ero una bambina e quando ci ripenso ricordo che non avevo quasi la convinzione di trovarmi su un set. Provavo un senso di leggerezza e di spontaneità che si percepisce. Riguardo “Il metodo Fenoglio”, è stato importante lavorare con Casale e a Bari, dove sono nata, e la serie trattava un periodo buio degli anni ’90. Pur essendo barese, ho avuto modo di conoscere meglio le mie radici. È una serie crime meravigliosa, Alessandro è un ottimo regista, che stimo tanto, ed è stato bello recitare con Alessio Boni e con Paolo Sassanelli, che è una persona meravigliosa, simpatica, spontanea e gioiosa. Spero si faccia prima o poi una seconda stagione perché è un progetto che porto nel cuore.

Sappiamo che ami molto anche il teatro…

Sì, sono andata in scena lo scorso anno con “Le tre sorelle” di Čechov sotto la regia di Filippo Gili. Non avevo mai fatto teatro prima, da un anno ho scoperto questo mondo meraviglioso, che mi sta insegnando tantissimo, è un mezzo di sfogo e di divertimento. Ogni volta che vado in scena ho una scarica di adrenalina pazzesca. Riprenderò a breve con un altro spettacolo e ne sono super felice. Mi sento costantemente stimolata da questo mondo ed è un aspetto importantissimo.

Tra le tue passioni rientrano le pietre, le energie, la cartomanzia. C’è stato un segno o qualcosa che ti ha fatto capire che la recitazione fosse la strada giusta per te?

Più che nei segni, credo molto nel flusso delle energie tra me e ciò che mi sta attorno. Cerco di capire cosa mi trasmette le giuste vibrazioni e di riflettere su quando posso darle agli altri e quando è meglio che me ne stia da sola per non darne di negative. La recitazione è per me un’attrazione irrinunciabile e non si può non andare incontro a qualcosa che ti richiama e che ti piace. Ho provato le stesse sensazioni con la cristalloterapia a Torino, quando ho visto un quarzo rosa in vetrina che ha attirato la mia attenzione. È una questione energetica: se ti senti chiamato verso qualcosa non puoi fare a meno di andargli incontro.

Se fossi una giornalista che domanda faresti ad Alice?

Mi chiederei, per capire meglio chi sono, in che colore e in che animale mi rivedo. E risponderei con il colore carta da zucchero, perché è un celeste molto tenue, non è un colore drastico, ma richiama molto le nuvole e mi sento un po’ con la testa tra le nuvole, molto emotiva, sognatrice e mi lascio trasportare dalle vibrazioni di ciò che mi circonda. Riguardo l’animale che mi rappresenta, direi un gatto nero con gli occhi gialli perché è un felino che non dà affetto in maniera casuale, ma sceglie quando e se vuole dartelo. È indipendente ed elegante.

Questo portale si intitola “La voce dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?

Significa andare oltre ciò che c’è dietro lo schermo e scavare a fondo di ciò che si vede.

 

Di Francesco Sciortino

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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