Il mondo è fatto di tanti piccoli film: le nostre vite. Così, in un mondo popolato da registi, ognuno di noi cerca di trovare modi alternativi per dirigere la propria storia. C’è chi la mattina passa molto tempo a prepararsi davanti allo specchio, e chi invece si scapicolla giù dalle scale perchè in ritardo.
C’è chi vede tutto in bianco e nero, e chi invece utilizza tutti i colori dell’arcobaleno. Insomma, questo per dire che ognuno di noi decide come raccontare la propria storia, o quella di qualcun altro, solo… alcuni di noi sono stati capaci di farne un lavoro.
Ogni regista, o forse sarebbe meglio chiamarli “auteurs”, nel corso della propria vita e carriera ha sviluppato un proprio stile, ha trovato gli strumenti che preferisce per raccontare di sé e degli altri. Se siete appassionati di cinema vi sarà capitato di riconoscere le firme di questi celebri “autori”, e se invece siete ancora agli inizi e volete una pratica guida alla conoscenza di alcuni director’s trademarks, questa rubrica fa proprio per voi.
In occasione dell’uscita di C’era Una Volta A… Hollywood, nelle sale dal 19 settembre, dedichiamo il primo articolo a Tarantino!
Quentin Tarantino
Cresciuto a pane e VHS, Tarantino è conosciuto come uno dei più grandi cinefili della storia. Prima di farsi un nome dietro le telecamere più famose di Hollywood lavorava come commesso in un negozio di noleggio di cassette a Los Angeles. Già da ragazzino aveva mostrato interesse per il cinema, cominciando a costruire il suo patrimonio di conoscenza guardando tantissimi film provenienti da diversi generi e paesi.
Non avendo mai frequentato una vera e propria scuola di cinema, non gli è mai stato insegnato il mestiere di regista, Tarantino ha invece imparato a fare film guardando film. Il che spiegherebbe come mai i suoi lavori, pur mantenendo un senso di originalità, abbiano un background conosciuto e familiare. Se andiamo infatti ad analizzare ogni suo film capiremo che prende molto spunto da film già realizzati e conosciuti, riadattando le scene al suo stile tarantiniano.
Guardando alla sua carriera si può evincere che ogni film è un omaggio ad un genere filmico o a una serie di film realizzati in un determinato periodo storico: Le Iene si rifà agli Hong Kong crime films, Pulp Fiction ricorda il movimento della French New Wave, Kill Bill rappresenta i samurai giapponesi e la cultura del kung fu cinese, Bastardi Senza Gloria è un cappello al cinema della Seconda Guerra Mondiale. Django Unchained e The Hateful Eight sono tagli moderni del genere italiano spaghetti western, portato alla gloria da Sergio Leone. In ogni opera ci sono riferimenti alla cultura pop e contemporanea. Inoltre non è raro che Tarantino si diverta a giocare con il metacinema, facendo quindi allusioni al mondo cinematografico all’interno delle sue storie, talvolta anche rappresentandolo in modo più esplicito come in C’era Una Volta A… Hollywood.
Se andiamo ancora più nel dettaglio arriveremo a scoprire che alcune scene sono esattamente identiche, come per esempio la scena della macchina in Pulp Fiction con protagonista Bruce Willis e quella di Alfred Hitchcock in Psycho.
O questa di Django Unchained e The Mercenary (1968)
Sul serio, se ne potrebbe fare un grandioso gioco da tavolo!
Tarantino non ha mai commentato in dettaglio questa faccenda, nonostante da anni sia al centro di polemiche tra cinefili (e non!) proprio a causa di queste sue tendenze. In un’intervista ha dichiarato: “I grandi artisti non copiano, rubano. Io rubo da ogni film che sia mai stato fatto”. Che l’abbia presa un po’ troppo alla lettera? Alcuni obiettano che tutto il cinema ormai sia fatto di copie di copie, o per meglio dire “omaggi”, quindi perchè preoccuparsene, altri invece si rifiutano di esaltare registi come lui, che hanno fatto del “pastiche” una vera e propria filosofia di lavoro. Voi da che parte state?
Nonostante il suo “copia e incolla”, come lo definiscono alcuni, possiamo comunque riconoscere dei tratti distintivi nella sua filmografia, questo perché negli anni Tarantino ha comunque sviluppato un suo stile e messo la firma su alcune delle più iconiche inquadrature di sempre.
Il “point of view” shot
Non è un film di Tarantino che si rispetti senza questo tipo di inquadratura che mostra il punto di vista di uno specifico personaggio, spesso un cadavere steso a terra o l’ancora più iconico “trunk shot”, ovvero l’inquadratura verso l’alto dal bagagliaio di una macchina. Anche la versione detta “il punto di vista di Dio” è molto utilizzata da questo regista, usata spesso per trasmettere allo spettatore la sensazione che il personaggio protagonista della scena sia osservato da qualcuno più grande di lui, e che questo qualcuno stia monitorando le sue azioni e perchè no, anche giudicandolo, sia esso un umano nemico o una forza impalpabile.
Specchio specchio delle mie brame
In molti dei film diretti da Tarantino troviamo la scena di un personaggio davanti allo specchio. Spesso viene usata per far riflettere il personaggio sulle proprie azioni, su lati del proprio carattere, è molto spesso quindi uno dei pochi momenti di introspezione concessagli.
Scene di ordinaria follia
Tarantino è noto per accostare episodi piuttosto mondani e noiosi con altri del tutto fuori dal comune. Chi ha visto Pulp Fiction saprà che il bagno non è esattamente un luogo sicuro per i personaggi, eppure quand’è stata l’ultima volta che ne avete visitato uno?
Il primissimo piano e l’amore per lo zoom!
Il primissimo piano è un tipo di inquadratura utilizzata per concentrare l’attenzione dello spettatore su un piccolo dettaglio, sia per esaltarne l’importanza sia per aumentare di portata l’emozione trasmessa da essa.
Gli zoom vengono invece usati da Tarantino per presentare un personaggio che sarà poi rilevante nella storia, oppure per enfatizzare l’arrivo di esso sulla scena.
Musica per le nostre orecchie
L’utilizzo della musica per Tarantino è particolare. Non è solito usare colonne sonore originali, ma piuttosto fa uso di canzoni, anche piuttosto conosciute. Lui stesso ha affermato che preferisce usare pezzi a lui cari, che gli trasmettono qualcosa. Non è raro che la musica sia in netto contrasto con ciò che vediamo sullo schermo, in particolare nelle scene più violente è solito inserire brani allegri e altisonanti, che non rispettano per niente le emozioni che lo spettatore dovrebbe provare durante la scena.
Sembrerà un’assurdità, ma ogni film di Tarantino può essere scomposto in tante sequenze fondamentalmente identiche fra loro, dove a cambiare sono solo le ambientazioni, i dialoghi e naturalmente i personaggi.
Il balletto
La tortura
Lo standoff messicano
Definizione in apertura
Menzione d’onore: Forse addirittura il tratto distintivo più famoso e deriso da tutti, la particolare attenzione per i… piedi.
Ora tocca a voi! Andrete a vedere Once Upon A Time A… Hollywood? Se sì, provate a riconoscere tutti gli elementi di cui abbiamo parlato e a scoprirne di nuovi!
Vi aspettiamo nei commenti!
di Elvira Bianchi