“Comandante”, film di Edoardo De Angelis con Pierfrancesco Favino protagonista nei panni di Salvatore Todaro, ha aperto l’ottantesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e ha già lasciato il segno. Il film uscirà nelle sale il 1 novembre, ma ha già raccolto grandi consensi da parte della critica. Abbiamo intervistato, direttamente dal Festival di Venezia e con un look che ci ricorda a Al Pacino in “Scarface“, Danilo Arena. L’attore, già apprezzato ne “Il Cacciatore” e prossimamente tra i protagonisti della serie Mediaset “Vanina Guarrasi”, ci ha presentato un po’ Niccolò Poma, personaggio che interpreta in “Comandante”, ci ha svelato alcuni retroscena riguardanti il film e di come abbia vissuto una delle rassegne cinematografiche più importanti d’Italia. A voi.
Salve Danilo. Bentornato su “La voce dello schermo”. Parliamo ovviamente di “Comandante”, possiamo dire qualcosa del personaggio che interpreti?
Salve a tutti. Grazie a voi per l’ulteriore ospitalità. In ‘Comandante’ interpreto Niccoló Poma, primo cannone e prima mitraglia del sommergibile Cappellini. Poma è la voce di Dio, il credente, il giovane uomo che va in guerra ascoltando le parole del suo Comandante e amando la paura.
Com’è stato lavorare con Edoardo De Angelis e recitare al fianco di questa squadra comandata da Favino?
Edoardo De Angelis è un regista di peso, lavorare con lui e poter mettere in atto il mio modo di recitare è stato importante. Ricordo il freddo negli occhi e nel corpo dei miei colleghi, la fatica, i pianti e il sudore che tutti abbiamo versato in quel set meraviglioso.
Pierfrancesco Favino è un uomo buono e un professionista da cui ho imparato tanto.
Quali corde ti ha permesso di toccare dal punto di vista recitativo il tuo personaggio?
È stato interessante avere la possibilità di esplorare aspetti differenti riguardanti il mio personaggio. Dallo stremo e la fatica fisica all’andare alla ricerca di una verità sporca e toccabile con mano. Ma soprattutto la mia forte fede in Dio.
Parliamo di Venezia come hai vissuto la giornata al Festival? Con quale stato d’animo?
Non sono ancora riuscito a capirlo. Venezia è magica, coinvolgente. Potrei provare a spiegarlo, ma non riuscirei a trovare davvero le parole giuste. Forse i miei occhi potrebbero riuscire a descrivere le emozioni provate.
Ci sono degli aneddoti particolari che vuoi raccontarci riguardo i momenti vissuti durante il Festival?
Fotografi ovunque, flash di macchine fotografiche che ti annebbiano la vista, il tuo nome urlato per l’attenzione di uno scatto e una sala piena di oltre mille persone che applaude per minuti durante i titoli di coda di “Comandante”.
Su “La voce dello schermo” abbiamo seguito il tuo percorso, in particolar modo, durante gli ultimi anni. Come pensi sia cambiato artisticamente Danilo Arena?
Più di un cambiamento parlerei di un’evoluzione. Danilo Arena non cambia, ma evolve ed evolverà ancora.
Di Francesco Sciortino