Dal 30 settembre stiamo vedendo, su Netflix, “Luna Park“, serie composta da 6 episodi con un cast formato da giovani e talentuosi attori, come Lia Grieco, Simona Tabasco, Alessio Lapice, Guglielmo Poggi, Edoardo Coen, Ludovica Martino, e da volti affermati come Tommaso Ragno, Paolo Calabresi e Milvia Marigliano. Lo show ci offre un viaggio affascinante nella Roma anni ’60 tra mistero e intrecci familiari che caratterizzano la serie prodotta da Fandango e creata e scritta da Isabella Aguilar (Baby, The Place). Su La voce dello schermo abbiamo intervistato uno dei protagonisti, Edoardo Coen, che ci ha parlato dei punti di forza di “Luna Park“, di un’ipotetica seconda stagione della serie e di come è stato per lui interpretare il personaggio di Matteo Baldi.
Salve Edoardo, benvenuto su “La voce dello schermo”. Dal 30 settembre ti stiamo vedendo in “Luna Park”, un intrigante viaggio nella Roma degli anni ’60. Quali sono secondo te i punti di forza della serie?
Salve a tutti. Come avete detto, uno dei primi punti di forza è proprio l’epoca, l’ambientazione. “Luna Park” è stata realizzata grazie all’aiuto di grandissimi maestri della scenografia e del costume. Il risultato è stato evidente fin dal primo giorno di set. Poi, essendo attore, non posso non elogiare i miei colleghi con cui ho girato, il cast di questa serie è di altissimo livello e questo non è scontato.
Riguardo il tuo personaggio, Matteo Baldi, quali sono invece gli aspetti che hai apprezzato maggiormente nell’interpretarlo? In cosa pensi di somigliare a Matteo?
Di Matteo ho amato le sue fragilità e le sue “storture”. La sfida è stata quella di dare voce e corpo a un ragazzo molto lontano da me per tanti aspetti. Ciò che più mi è piaciuto restituire è stato il suo essere cavaliere, in un mondo che ancora lo permetteva. Sicuramente abbiamo molte cose in comune, siamo due sognatori romantici, e a quello non c’è rimedio, purtroppo.
Ci sono degli aneddoti dal set che vorresti condividere con i nostri lettori?
Uno in particolare: era uno dei primi giorni in cui abbiamo girato al Luna Park, io e Lia Grieco eravamo insieme sulle montagne russe, che all’improvviso si sono fermate. Siamo rimasti bloccati, sospesi nel punto più alto, e sono venuti a spingerci due veri giostrai (che nella serie potete vedere in veste anni ‘60) che si sono arrampicati in stile Spider-Man. È stato spaventoso, ma abbiamo riso per ore.
Il finale “apertissimo” non sembra lasciare dubbi riguardo una seconda stagione. Puoi confermare?
Noi speriamo tutti che la serie possa andare avanti ed è quello che ci auguriamo di più.
Quali sono le esperienze della tua carriera a cui tieni maggiormente e perché?
Questa ha senza dubbio conquistato il primo posto. Ci siamo ritrovati a girare per mesi, insieme tutti i giorni, mentre il mondo era fermo, bloccato dal Covid. Si è creata una famigliona, tanti legami che tutt’oggi fanno parte delle nostre vite. Poi porto nel cuore due tournée teatrali: “Uno sguardo dal ponte” di Arthur Miller che ho portato avanti per tre anni, ed “Enrico IV” di Luigi Pirandello diretto da Carlo Cecchi. Dividere il palco con lui è stata la formazione più forte che abbia ricevuto.
Quanto è importante il teatro nella tua vita? In futuro vorresti continuare a dividerti tra palco e set o preferiresti concentrarti su uno di questi due mondi in particolare?
Al momento voglio concentrarmi soprattutto sul lavoro con la telecamera. È ancora un mondo sconosciuto per me, ho tanto da imparare e spero di andare avanti il più possibile. Il teatro è il mio primo amore, il primo amore non si scorda mai, farà sempre parte della mia vita e Dio solo sa quanto studio ci voglia per farlo al meglio.
Ci sono nuovi progetti che ti vedono coinvolto e che vorresti anticiparci?
Attualmente sono impegnato in un progetto su Dante, che mi vedrà impegnato in Olanda, Lussemburgo e in giro per l’Italia. Poi chissà…
Questo portale si chiama “La voce dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?
Ascoltare la voce dello schermo credo significhi ascoltare la propria voce, quella di ogni donna e di ogni uomo che come noi si ritrovano in questo mondo, ognuno con la propria unica e bellissima storia.
Di Francesco Sciortino