Lunedì 7 febbraio ha debuttato, su Rai Uno, la seconda stagione di “Màkari“. La serie, tratta dai romanzi di Gaetano Savatteri e diretta da Michele Soavi, vede protagonisti Claudio Gioè, nei panni di Saverio Lamanna; Ester Pantano in quelli della bella e tenace Suleima; e Domenico Centamore in quelli di Peppe Piccionello. Per l’occasione abbiamo ritrovato una voce amica de La voce dello schermo, ovvero Ester Pantano. L’attrice siciliana sta vivendo un periodo d’oro per la propria carriera e prossimamente la ritroveremo sia nel sequel di Diabolik che in diversi progetti teatrali di spessore. Ester ci ha raccontato cosa abbia significato per lei vestire nuovamente i panni di Suleima, di come gestirà la gelosia di Saverio e, infine, ci ha offerto una riflessione sulla situazione odierna del cinema italiano.
Salve Ester, bentornata su “La voce dello schermo”. È ripartita la seconda stagione di “Màkari”. Che sapore ha avuto per te tornare a vestire i panni di Suleima?
Salve a tutti. Grazie. Questa seconda stagione ha avuto un sapore particolare, perché ho sentito l’esigenza di dover dare dei panni nuovi a Suleima dopo la sua esperienza a Milano. Ha nuove responsabilità perché finalmente è un architetto e porta avanti un progetto che riguarda la sua terra, la Sicilia, grazie all’aiuto del suo capo Teodoro, interpretato da Andrea Bosca.
Quest’anno troviamo una Suleima che deve affrontare la gelosia di Saverio nei confronti di Teodoro. Cosa dobbiamo aspettarci dalle prossime puntate?
Non posso anticipare molto, sicuramente vive una situazione differente rispetto alla prima stagione perché deve dividersi tra l’amore e il lavoro, ma la vedremo molto decisa e non si farà piegare di fronte alle gelosie infantili del compagno.
Lei e Saverio sembrano una coppia che presenta due mentalità profondamente diverse. Quali sono secondo te le differenze più evidenti?
Oltre ad avere un’età anagrafica diversa, i due hanno un modo completamente differente di approcciarsi alla vita lavorativa, alla carriera e agli stimoli e di perseguire gli obiettivi. Saverio tende ad accomodarsi di più, mentre Suleima è più guerriera.
Qualche episodio curioso dei nuovi episodi?
In questa serie continua ad essere protagonista la Sicilia. Quest’anno, oltre che Trapani, abbiamo avuto la possibilità di esplorare Agrigento e mi ha colpito quanto questa città sia stata ospitale e ci abbia fatto sentire a casa. Non dimenticherò mai l’accoglienza che ci ha riservato tutta la cittadina e siamo stati sempre ben accetti, da Villa Athena ai diversi cinema che ho avuto la possibilità di frequentare.
Il sequel di Diabolik ti darà la possibilità di metterti alla prova sul grande schermo. Cosa ha significato per te confrontarsi nel mondo del cinema?
Ovviamente non possiamo svelare tantissimo, posso soltanto dire che sono felicissima perché ho avuto la possibilità di esplorare nuove corde e peculiarità del mio essere artista.
Quali sono i ruoli che ti esaltano?
Amo tantissimo i ruoli di azione e mi piacerebbe tanto interpretare personaggi drammatici, infatti ho fatto anche numerosi provini a riguardo. In particolare, vorrei interpretare una madre e focalizzarmi sul rapporto madre-figlia.
Ci sono dei registi con i quali ti piacerebbe lavorare?
Mi piacerebbe molto lavorare con Xavier Dolan e con una regista con la quale potrei lavorare ma non dico il nome per scaramanzia.
Altri progetti futuri?
Ce ne sono tanti, anche teatrali che riguardano New York e Parigi. Sono davvero contenta perché è un periodo molto bello per me.
Come pensi stia ripartendo il mondo del cinema dopo la pandemia?
Se da un lato vedo un’ottima ripartenza dal punto di vista artistico e dei progetti in uscita, dall’altro vedo che la gente non va più al cinema. Mi sono trovata più volte sola in una sala o con due-tre persone, mentre continuo a vedere ristoranti pieni. Non ho nulla contro i ristoratori, ho anche tanti amici in questo mondo e sono felice che si stia tornando alla normalità, ma non riesco a comprendere perché si abbia paura di andare al cinema, indossando una mascherina, mentre ci si senta al sicuro all’interno di un ristorante in cui la mascherina si abbassa e si sta vicini agli altri commensali nella stessa stanza.
Di Francesco Sciortino