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Intervista a Simone Belli, il make up artist delle celebrità: “Il Christmas Luna Park sarà un modo per farsi una coccola giocando con il look” Il celebre Make Up Artist ci presenta il “Christmas Luna Park”, l’evento natalizio da lui organizzato dedicato alla bellezza e al glamour che si terrà presso il Mediterraneo al Maxxi ospitato negli spazi del Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.

Dic 15, 2024

Da dodici anni, l’evento dedicato al glamour e alla bellezza organizzato dal celebre make up artist Simone Belli è diventato una vera e propria tradizione di Natale. Tuttavia, quest’anno Simone è riuscito a fondere insieme innovazione e tradizione e a dare vita al “Christmas Luna Park”, un modo per celebrare il periodo natalizio con i propri ospiti, le grandi celebrità del panorama italiano e internazionale che da anni scelgono Simone per curare il loro look, e per coccolarsi all’insegna del glamour, senza dimenticare però l’importanza dell’aspetto sociale a cui Simone dedica grande attenzione sostenendo Fondazione Mente. Atmosfere sognanti, mele stregate, palle di cioccolata, il Christmas Trolley, percorsi olfattivi e ovviamente anche i consigli di bellezza caratterizzeranno la serata di domenica 15 dicembre. Dopo l’evento pubblicheremo le foto più significative del “Christmas Luna Park” e scopriremo anche quali ospiti hanno partecipato all’attesissima serata. 
Abbiamo intervistato il make up artist delle star, che ci ha anticipato cosa vedremo domenica durante l’evento che si terrà presso il Mediterraneo al Maxxi, ci ha parlato delle tendenze del momento e ci ha svelato alcune curiosità riguardanti il proprio lavoro e il rapporto con le star da lui curate. Scopriamo insieme cosa dobbiamo aspettarci dal “Christmas Luna Park” di quest’anno. A voi…

Salve Simone bentrovato su “La voce dello schermo”. Anche quest’anno coccolerai le star durante l’evento natalizio che organizzi. Questa volta bellezza e glamour si incontreranno al Christmas Luna Park. Quali novità dobbiamo aspettarci?

Salve a tutti, grazie. Quest’anno sembrerà un evento del tutto nuovo, ispirato al luna park ed è un po’ un gioco folle con noi stessi, per esprimere la nostra bellezza divertendoci. Mi è venuta l’ispirazione durante un viaggio a New York, durante il quale sono andato al luna park e ho pensato di riprodurre questa ambientazione. Ho dovuto lavorare sulla costruzione della location, ci sarà un’azienda che curerà l’illuminazione, un’altra gli allestimenti a tema e dei giochi che servono per fare divertire gli ospiti della serata. I premi ovviamente saranno dedicati alla bellezza.

Come mai quest’anno hai deciso di incentrare il tuo evento al luna park?

Siamo tutti un po’ abituati a delle feste un po’ noiose e incentrate soltanto sulle pubbliche relazioni. Ho pensato di rendere più accattivante la serata e di renderla simile a un gioco. Chi verrà si potrà truccare, pettinare, fare un percorso olfattivo, scattare delle foto che riceverà immediatamente, ci sarà una mostra di un artista e un coro gospel. Sarà una festa che farà rimanere gli ospiti due o tre ore, se vorranno. Ci saranno vari brand che metteranno a disposizione dei premi, come calendari dell’avvento. Sarà un gioco nel gioco. Dico spesso ai miei colleghi che non ci troviamo in sala operatoria quando lavoriamo e questa serata cercheremo di viverla il mondo in modo allegro e trasversale tra un drink e della cioccolata, ricordando il Natale e soprattutto facendo delle chiacchiere tra amici. Quest’anno ho voluto ridurre il numero degli ospiti facendo, con molto rammarico, una selezione e ricreando un ambiente più intimo. Abbiamo delle nuove partnership di cui sono molto felice perché quando un’azienda crede in un progetto come questo, non a scopo di lucro, è molto importante. Alla fine dell’evento faccio sempre una donazione a Fondazione Mente perché mi piace sostenere ed essere vicino a iniziative benefiche e importanti. Quest’anno, infine, sono riuscito, grazie a una collaborazione con Carpisa, a realizzare il sacco di Babbo Natale nel trolley di Natale con tutti i regali per gli ospiti.

Riguardo il concetto di vanità, non abbraccia soltanto le donne. Trovi ci sia un avvicinamento maggiore da parte degli uomini negli ultimi anni?

Secondo me la vanità appartiene a tutti noi e dove non è espressa è perché c’è una difficoltà nell’accettarsi. La vanità maschile ha preso un po’ il sopravvento perché finalmente anche gli uomini hanno compreso che amano prendersi cura di loro stessi. L’uomo deve essere libero di curarsi come fa la donna, di dirlo e di prendersi una coccola per lui stesso e per piacersi di più.

Chi tra gli attori o gli artisti ti è sembrato più attento alla vanità?

Achille Lauro è una persona che si coccola, molto attento all’immagine e la vanità secondo me è un segno di intelligenza perché una non cura della propria immagine porta a un look trasandato. Un attore, ad esempio, fa un lavoro che implica un racconto di sé e se non ha un’estetica curata, si va a perdere e non ti comunica come dovrebbe. Tra gli attori più attenti ho trovato ad esempio Jared Leto, ma ce ne sono tanti. Il concetto di vanità è legato secondo me all’idea di emancipazione e di apertura totale perché l’uomo si è sempre nascosto. La vera cura di sé appartiene a una gestualità e a un protocollo che tu fai e non necessariamente devi rendertene conto.

Hai curato il look di tantissime star. C’è stata o stato qualcuno che ha rappresentato una prova molto grande per te da farti tentennare?

In realtà vivo un po’ tutte le situazioni come se fossero sempre la prima volta ma una di quelle persone che mi crea un po’ questo stato d’animo è Laetitia Casta, anche se tra di noi c’è un bellissimo rapporto. Lei è una donna piena di un’energia che, pur avendoci lavorato diverse volte, ti spiazza un po’ inizialmente. Ma dopo le prime parole riesco sempre a rompere il ghiaccio e voglio sempre che siano le mie mani a parlare per me. Nel momento in cui comincio il mio lavoro si crea una sinergia e un’alchimia importante. A volte invece capita di imbattersi in donne che non amano essere truccate, percepisci la tensione di quella situazione e devi anche saperla gestire.

Quali sono le tendenze di quest’anno?

Per le donne, quest’anno è presente un make up cinematografico cool. Il racconto del cinema è il racconto delle donne di oggi, le donne diventano quasi nude nella base, anche se ovviamente vengono eliminate le ombre delle occhiaie e via dicendo. Addirittura vengono utilizzate le lentiggini per restituire una maggiore verità. L’occhio è un occhio molto presente, grunge, che non ha sfumature troppo costituite e c’è l’idea di un after party chic, che rende l’idea di una Kate Moss con un trucco meno sporco, con grande materia, tridimensionalità e al nudo inteso come colore e anche le labbra seguiranno questa scia. Le donne hanno un immaginario che le riguardano che è difficile da comprendere però devi imparare a giocare con loro per farle osare.

Riguardo le tendenze maschili, invece?

L’uomo ha finalmente una consapevolezza di sé e si trucca perché si piace. Quando Achille Lauro si trucca l’occhio non lo fa né per provocare né per fare tendenza, ma perché gli piace e lo vedi dalla disinvoltura con cui lo porta. Così come i Måneskin. Quando un accessorio viene indossato da un uomo con questi termini, non lo vivi come un posticcio. La cosa che mi piace meno sull’uomo è quando truccandosi vuole diventare donna, perché in questo caso credo non lo faccia per attingere dal trucco come facevano gli egizi ma un po’ per imitare l’idea della donna, fermo restando che se una persona si sente a proprio agio è libero di farlo, ma non posso dire che sia un abbellimento.

Anche se la musica permette un’apertura maggiore a questo modo di osare…

Sì, anche se l’attore nella teatralità può osare di più perché ha bisogno di contrasti più forti. Nella vita di tutti giorni, invece, che rappresenta l’attore nel quotidiano, come accade all’interno di un film o di una serie tv, va un po’ a svanire. Anche se dipende da cosa si va a fare, perché se l’occhio viene bordato con delle sfumature neutre, non si crea un effetto esagerato. Quello che possiamo esprimere è sempre un po’ quello che siamo e se non è sostenuto adeguatamente e con disinvoltura poi perde. Ci diamo troppe regole: gli attori italiani preferiscono non farsi truccare, gli internazionali invece si prestano quasi tutti. Siamo rimasti un po’ provinciali da questo punto di vista, secondo me.

Negli anni, invece, c’è stata una tendenza che non hai amato particolarmente?

Non amo la tendenza che porta alla caricatura di se stessi. Negli ultimi anni abbiamo assistito per certi versi a un riportare di tutto. La diffusione di Instagram e Tik Tok ha portato a dare voce a gente che non è competente in materia e sto assistendo ad alcune considerazioni raccapriccianti riguardanti l’armocromia, che trovo una mera operazione fatta con presunzione e per prendere in giro le persone, tanto più perché chi se ne fa portavoce non ha minimamente le competenze per parlarne e te ne rendi conto anche dalle considerazioni che fanno sul modo di truccarsi.

Se fossi un giornalista che domanda faresti a Simone?

Gli chiederei: “Tornando indietro rifaresti tutto?” e risponderei che, pur cosciente che per ottenere quello che ho fatto mi sono perso tanto, rifarei tutto perché la vita mi ha dato tanto e cercherei di imparare a godermi quello che faccio ed esserne più consapevole.

 

Di Francesco Sciortino

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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