Dalle stelle alle caccie. Potremmo riassumere brevemente in questa frase la carriera di Tiziana Lodato, ma sarebbe troppo riduttivo. La voce dello schermo ha intervistato l’attrice catanese che ha ricordato il suo debutto in grande stile ne “L’uomo delle stelle” di Giuseppe Tornatore, raccontato dei giorni sul set di “Andiamo a quel paese”, il film di e con Ficarra e Picone, ricordato “Terraferma” di Emanuele Crialese e, infine, ha anticipato che il suo personaggio ne “Il Cacciatore 2” avrà degli sviluppi interessanti.
Salve Tiziana, benvenuta a “La voce dello schermo”. Il tuo debutto è stato sicuramente in grande stile con “L’uomo delle stelle”. Cosa ricordi con maggiore piacere di quell’esperienza?
Salve a tutti. L’inizio è sempre la parte più importante di una carriera. E’ stato anche un momento fondamentale a livello personale, perché dall’adolescenza, dopo quel film, si è aperta un’altra fase della mia vita. Sono passata dall’essere una giovane studentessa ad attrice professionista. E’ stato un cambiamento di vita notevole. Il film era già un successo annunciato, perché c’erano un regista premio Oscar, Sergio Castellitto e una sceneggiatura fantastica. Era ovvio che partivo già avvantaggiata. E’ un ricordo molto emozionante.
Cosa hai apprezzato di due grandi professionisti come Giuseppe Tornatore e Sergio Castellitto?
Allora ero molto giovane, ma ricordo l’atteggiamento che ebbero nei miei confronti che fu molto professionale. Questo aspetto mi trasmetteva sicurezza e tranquillità. Non mi hanno mai trattata come una ragazza sprovveduta, anzi mi sottolineavano sempre quanto fossi sicura. Forse ci sono davvero cose scritte nel destino!
Di recente ti abbiamo visto nella serie rai “Il Cacciatore”, cosa ti ha colpito di questa esperienza?
E’ stata un’esperienza bellissima. Sono molto soddisfatta e sto aspettando con ansia la seconda stagione, in cui il mio personaggio crescerà moltissimo. Il mio personaggio, durante la prima stagione, viene soltanto presentato. Ma durante i nuovi episodi lo conosceremo meglio. Mi incuriosisce molto. La serie è stata fantastica, ha avuto una regia e una fotografia con un’attenzione quasi cinematografica. Vedo che le fiction Rai stanno subendo un’evoluzione artistica molto importante. Sono molto contenta di farne parte. Ho lavorato spesso in Rai e mi trovo quasi sempre in progetti importanti che hanno dimensioni di cambiamento epocali. C’è una metamorfosi nelle fiction e “Il Cacciatore” ha portato una ventata di modernità e di novità in questo mondo.
Un altro film a cui sei legata è “Andiamo a quel Paese” di e con Ficarra e Picone. Com’è stato per te lavorare con questi due comici? Qual è il segreto del loro successo?
I segreti di Ficarra e Picone, secondo me, sono la loro professionalità, la loro dedizione totale a questo lavoro e la loro onestà intellettuale e psicologica. Sono due ragazzi onesti, puri, che credono tanto in quello che fanno, infatti lo fanno bene. Hanno l’appoggio del pubblico e questo gli trasmette grande sicurezza. Quando abbiamo girato ero incinta e loro mi hanno accolto con grande umanità. Nonostante siano due comici, sul set c’era una grandissima concentrazione. Sono stati due grandi professionisti che hanno provato tantissimo, come a teatro. Studiano tantissimo, sono concentrati su tutto e non abbassano mai la guardia. In conferenza stampa abbiamo tutti sottolineato la loro grande professionalità e la loro attenzione alla sceneggiatura. E’ stata un’esperienza molto delicata e molto bella.
Quali sono le altre esperienze che vorresti ricordare e perché?
Sicuramente “Terraferma” di Emanuele Crialese. Ho sempre avuto un occhio di riguardo per lui e per me era uno dei registi giovani più importanti. Poi magari il personaggio non ha seguito l’evoluzione che avrei voluto ma, a parte questo, è stata un’esperienza molto importante e un’occasione per vedere lavorare dal vivo e sul campo un maestro.
Nonostante tu sia siciliana, hai lasciato la tua terra per recitare. Che legame hai con la Sicilia?
Più passa il tempo, più la distanza si allunga e c’è un po’ di nostalgia. I primi tempi riuscivo a tornare più spesso. Adesso, tra la mia vita privata con i miei figli e tra la mia dedizione al lavoro, le distanze si sono un po’ allungate, ma appena posso cerco di tornare e il legame è sempre fortissimo. Mi manca vivere la parte culturale, sentire le nostre citazioni, il nostro dialetto e i nostri testi.
Di recente sei tornata in Sicilia, ad Enna, grazie al regista Davide Vigore per il progetto Cinekore. Cosa ti ha colpito di questa esperienza?
Ho trovato un pubblico cinefilo, molto attento al cinema e tantissimi giovani, essendo un progetto legato all’università. Questo aspetto mi fa un enorme piacere. Davide, tra l’altro, è un giovane regista molto promettente. Sicuramente farà strada e gli voglio molto bene. Ho visto i suoi progetti di scrittura e di video ed è un ragazzo veramente in gamba. Realizzare questo progetto ad Enna, nella sua città, è una cosa che gli fa onore. E’ facile organizzare un evento a Roma, dove tutti gli artisti vivono lì. Mentre ad Enna è più difficile, e realizzare eventi del genere è molto bello e molto importante per la città.
Che telespettatrice è Tiziana Lodato?
Guardo un po’ di tutto ma prediligo il cinema d’autore. Mi piace la regia molto ricercata, elegante, pulita e con storie coinvolgenti. Non amo particolarmente i film comici, infatti per me il film con Ficarra e Picone rappresentava una novità. Anche se adesso conosco tutti i loro film e li considero film comici d’autore. I loro non sono semplici film comici, perché hanno una regia attenta e studiata.
Questo portale si chiama “La voce dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?
Secondo me significa farsi coinvolgere emotivamente dal film, farsi trasportare così tanto da condizionare il tuo umore e colpire il tuo cuore.