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Intervista a Katia Greco: “Riscoprendo Caterina, torno in Mediaset con ‘I Fratelli Corsaro’” L’attrice siciliana presenta la nuova fiction targata Mediaset con Giuseppe Fiorello e Paolo Briguglia protagonisti e altri interessanti progetti che la riguardano.

Set 10, 2024
Foto di Fabio Zazzaretta

Abbiamo conosciuto Katia Greco per aver fatto parte di tantissimi prodotti di successo come “Il Giovane Montalbano”, “Il Commissario Montalbano”, “Il Cacciatore”, “Studio Battaglia” e di film che hanno lasciato il segno come “Picciridda” di Paolo Licata. Questo mese, Katia farà parte di uno dei prodotti più attesi della nuova stagione televisiva: “I Fratelli Corsaro”, la nuova serie tv targata Mediaset, diretta da Francesco Miccichè e con protagonisti Giuseppe Fiorello e Paolo Briguglia in onda da mercoledì 11 settembre. 
Con grande piacere, abbiamo intervistato nuovamente l’attrice siciliana, che si è raccontata presentandoci il personaggio di Maria nella nuova fiction di Canale 5 e regalandoci qualche dettaglio importante su cosa dobbiamo aspettarci da “I Fratelli Corsaro”. Ma non è tutto, l’attrice ha anche anticipato che sarà ne “L’amore che ho“, nuovo film di Paolo Licata dedicato alla vita di Rosa Balistreri e ha parlato del proprio legame con il cinema tunisino, che l’ha portata a girare prima “L’île du Pardon” al fianco di Claudia Cardinale, e adesso “Poids Plume”, un film del tutto differente rispetto al primo ma non meno interessante. Questo e altro nella nostra chiacchierata con Katia Greco. A voi…

*Foto di Fabio Zazzaretta

Ciao Katia. Bentornata su “La voce dello schermo”. Dall’11 settembre ti vedremo ne “I Fratelli Corsaro”, accanto a Giuseppe Fiorello e Paolo Briguglia. Cosa dobbiamo aspettarci da questa serie?

Salve a tutti, bentrovati. “I Fratelli Corsaro” è tratta dai romanzi gialli del giornalista palermitano Salvo Toscano. La serie è incentrata sulle indagini che vengono condotte da due fratelli, un giornalista e un avvocato con personalità molto diverse tra di loro. Mediaset si sta rilanciando nella serialità con nuovi progetti e questa fiction segna il ritorno di Beppe Fiorello in questa rete. È una bella scommessa, ambientata a Palermo e dintorni e interpreto Maria Librizzi, una ragazza che lavora in un centro che si occupa di bambini meno fortunati, che entrerà in contatto con Beppe e da lì ci saranno delle interessanti evoluzioni nel loro rapporto. La serie si discosta un po’ dai romanzi e ci sarà più incertezza sul proseguo di alcune vicende tra i personaggi in un’ipotetica seconda stagione. La regia è di Francesco Micciché, sono stata molto contenta di avere avuto questa possibilità e nel cast ci sono anche Enrica Pintore, Lorena Cacciatore, Roberta Rigano, Vittorio Magazzù e Francesco Foti. È stato bello ritrovare colleghi e amici.

Cosa ti ha messo alla prova dell’interpretare Maria?

Ho amato la sua determinazione e mi è piaciuto poter far emergere un lato del mio carattere che sono riuscita a trasmettere con tanto lavoro su di me. È stato bello perché è a servizio degli altri, essendo un’assistente sociale, ed è un aspetto che richiama la mia consapevolezza di vedere il mio lavoro come una missione. Penso che noi artisti, tramite la cultura, siamo dei canali attraverso i quali possiamo trasmettere dei messaggi e scuotere le coscienze, sia parlando di storie importanti sia di avvenimenti più leggeri. È bello essere uno strumento per poter emozionare il pubblico e Maria mi ha messo alla prova perché si mette al servizio di ragazzi meno fortunati e cerca di aiutarli. Inoltre, creerà un bel rapporto con Beppe Fiorello, perché interpreta un uomo molto libero, che non ha voglia di impegnarsi e con tutte le donne che cascano ai suoi piedi, mentre Maria gli terrà testa, mostrerà carattere e catturerà la sua attenzione.

Maria è una donna forte e determinata. Quando Katia diventa forte e determinata?

Katia, nonché Caterina e mi piace precisarlo perché negli ultimi tempi ho rivalutato il mio vero nome, diventa forte quando non vengono rispettati i suoi confini e nel momento in cui mi rapporto con delle persone che abusano della mia gentilezza e della mia sensibilità, mentre prima ero più permissiva, adesso non transigo quando mi rendo conto che vengono calpestati i miei confini e divento la protettrice di me stessa.

Come mai hai preferito Katia a Caterina e adesso stai quasi cambiando idea? Com’è stato riscoprirla?

Da ragazzina, intorno ai 12 anni, mi convinsi che Caterina era un nome antico, non mi piaceva, volevo ribellarmi e così decisi di farmi chiamare da tutti Katia. Negli ultimi 3 anni, invece, ho rivalutato molto la bellezza del mio vero nome, ‘Caterina’. Lo trovo più autentico e soprattutto più vicino alla mia essenza. Per cui lascio la libertà a chi mi conosce da poco di chiamarmi così.

Com’è stato girare a Palermo, che città vedremo?

Girare a Palermo è stato bellissimo perché questa città rappresenta per me una seconda casa e ho un legame molto profondo con lei, avendo fatto parte di diversi progetti importanti ambientati lì ed essendoci tornata diverse volte in vacanza. Credo che la serie farà vedere il cuore di Palermo, una città moderna, viva, dinamica e movimentata.

La Sicilia è sempre più presente sui set nostrani e spesso accompagna prodotti gialli ma con meno riferimenti alla Mafia, come in “Makari” e “Vanina – Un Vicequestore a Catania”. Come commenti questo trend crescente che vede la Sicilia protagonista?

È bello avere la possibilità da spettatrice e da attrice di vedere dei progetti in cui non è presente principalmente la Mafia e ti dà l’opportunità di vedere la Sicilia da un’ottica diversa, dando più visibilità alle location e alle storie d’amore. Ovviamente in una serie con delle indagini può capitare che si tocchi un argomento del genere, ma non ha più la centralità di prima. Ad esempio, aver girato ultimamente il film dedicato alla vita di Rosa Balistreri e aver avuto la possibilità di raccontare di questa cantautrice popolare, che non è conosciuta da tutti, è una cosa bellissima, perché si parla di musica e della vita di un’artista realmente esistita.

Dopo “Picciridda”, hai continuato il rapporto di stima professionale con Paolo Licata nel film “L’amore che ho”, dedicato alla vita di Rosa Balistreri e al fianco di Donatella Finocchiaro. Raccontaci di questa esperienza…

Sono contenta di aver partecipato alla sua opera seconda e ho ritrovato buona parte del cast tecnico e artistico di “Picciridda”. Ci siamo sempre definiti ‘una grande famiglia’, è stato bello ritrovarla e una grande gioia. Io interpreto la sorella di Rosa e, dal momento che vengono raccontati i diversi periodi della vita dell’artista, vedremo diverse attrici che interpreteranno sia Rosa che gli altri personaggi. Nel periodo che riguarderà la mia interpretazione, Rosa Balistreri sarà interpretata da Donatella Finocchiaro e mi sono trovata molto bene a lavorare con lei. Invece, Lucia Sardo sarà la cantautrice negli anni seguenti della propria vita. Un’altra analogia simpatica con “Picciridda” è che me da piccola la interpreta la “Picciridda”: Marta Castiglia che, avendo gli occhi castani e io verdi, mi ha portato a indossare delle lenti a contatto marroni e l’ho trovato molto simpatico. È stato bello anche in questo caso girare a Palermo e ho un grande legame con questa città, perché la trovo stupenda. Ci tenevo tanto a lavorare nuovamente con Paolo Licata perché ho sempre creduto in lui.

È anche importante quando c’è la voglia di continuare un rapporto di stima dal punto di vista lavorativo…

Sì, di recente ho fatto anche un cameo nell’opera prima da regista di Luca Zingaretti e nel quale ho interpretato la madre del ragazzo protagonista. Il film si chiama “La casa degli sguardi” e appaio in diversi flashback. Mi è piaciuto farne parte per l’impatto emotivo che trasmetteva e perché volevo tornare a lavorare con Luca, dopo aver recitato con lui ne “Il Commissario Montalbano” e di cui ha curato la regia alla morte di Sironi. Mi dava gioia e piacere partecipare al suo primo film come se fosse la nascita di una creatura.

Cosa pensi sulla situazione generale al cinema e in televisione sui ruoli femminili che vengono assegnati alle donne in Italia e quelli che ti hanno riguardato?

Penso che negli ultimi anni ci sia più spazio per le attrici femminili, anche con ruoli da protagonista, nonostante la difficile situazione attuale a livello produttivo, soprattutto per le produzioni indipendenti. Tuttavia spero che ci venga dato sempre più spazio.

*Foto di scena di Valentina Glorioso

Hai girato, dopo “L’île du Pardon” diretto da Ridha Behi e con Claudia Cardinale, un altro film per il cinema tunisino. Cosa ti attrae di questo cinema?

Ho un forte richiamo con la Tunisia che ritorna sempre. È un cinema d’autore, con una grande attenzione all’immagine e alla storia. Lavorare all’estero mi permette di rapportarmi con persone che hanno un’altra cultura e mi regala la possibilità di vedere come si lavora fuori. Inoltre, ho un grande amore per il francese, mi piace quella terra perché amo tutto ciò che è mediterraneo e trovo delle similitudini con la mia Sicilia. Interpretando dei ruoli da protagonista ho potuto addentrarmi meglio nei miei personaggi e in maniera più approfondita. In “Poids Plume”, diretto dal regista e attore Ghazi Zaghbani, ho potuto esplorare un lato più pop del cinema tunisino rispetto al primo film in cui ho recitato.

Tra l’altro ti ha regalato diverse soddisfazioni…

Sì, ho avuto la nomination come migliore attrice europea ad Amsterdam al Septimius Awards e mi ha permesso di andare in giro per vari festival come a Washington, in Marocco e al Cairo Film Festival. Sono esperienze che ti permettono di metterti in contatto con colleghi di altre nazionalità e culture e lo trovo molto stimolante e affascinante. Mi piace l’idea di poter lavorare anche all’estero.

Ci sono altre esperienze recenti che ti piacerebbe ricordare?

Sicuramente aver fatto parte della seconda stagione di “Studio Battaglia” perché è una serie che ho sempre seguito e che ho sempre trovato molto bella. Mi ha divertito interpretare il mio personaggio perché, negli ultimi anni, ho scoperto di avere delle note comiche e mi ha fatto piacere avere la possibilità di potere esprimere anche questa parte di me al servizio dei personaggi. Mi piacerebbe tantissimo fare tanti altri progetti e film che riguardano la commedia.

Se potessi rubare un ruolo a una tua collega, quale sceglieresti?

Istintivamente ti direi Vanina in “Vanina – Un Vicequestore a Catania”, perché mi è piaciuto il personaggio e come l’ha interpretato Giusy Buscemi.

Se fossi una giornalista che domanda faresti a Katia?

Se fossi una giornalista chiederei a Katia: “Come ti vedi tra dieci anni?”. Risponderei che, tra dieci anni, mi vedo ancora un’attrice, che continua a dedicarsi ai progetti che ama di più e che possono essere un mezzo per poter comunicare con il pubblico e trasmettere bei messaggi e valori importanti. Allo stesso tempo, mi vedo coinvolta in tutto ciò che riguarda il mondo olistico, che mi appassiona molto e che sto approfondendo. Spero possa diventare un’altra attività principale della mia vita e mi farebbe piacere aiutare gli altri a scoprire i propri talenti e a poter vivere una vita serena, consapevole e in costante contatto con il presente.

 

Di Francesco Sciortino

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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