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Intervista a Margherita Mannino: “Dalle risate ne ‘Il Grande Giorno’ con Aldo, Giovanni e Giacomo al toccante spettacolo su Liliana Segre”. L'attrice, dopo il successo del film di Massimo Venier con l'amatissimo trio comico, presenta l'impegnativo spettacolo in cui è attualmente impegnata.

Feb 13, 2023

Su “La voce dello schermo” abbiamo intervistato Margherita Mannino, in queste settimane a teatro con lo spettacolo “Fino a quando la mia stella brillerà – Storia di Liliana Segre”, che ripercorre le tappe fondamentali della vita di Liliana Segre. L’attrice ha confidato cosa abbia significato per lei rivivere giorni tristi per l’umanità, come quelli trascorsi da Liliana ad Auschwitz e la sua strabiliante forza nel sopportare tutto all’età di tredici anni. Ma non è tutto, Margherita ha raccontato l’esperienza ne “Il Grande Giorno”, film uscito nelle sale a Natale, diretto da Massimo Venier e con Aldo, Giovanni e Giacomo protagonisti. L’attrice ci ha confidato, inoltre, simpatici aneddoti dal set e come sia stato per lei condividere questa esperienza con l’amatissimo trio comico. A voi.

Salve Margherita. Benvenuta su “La voce dello schermo”. Parliamo dello spettacolo “Fino a quando la mia stella brillerà – Liliana Segre”. Cosa ti ha colpito di questa esperienza?

Salve a tutti. Grazie. L’adattamento è stato realizzato da parte di Daniela Palumbo, co-autrice con Liliana dell’omonimo romanzo. È un monologo che racconta le fasi della vita di Liliana: da quando è piccola e trascorre un’infanzia felice a quando la sua vita cambia con l’emanazione delle leggi raziali, che ne consegue il tentativo di fuga in Svizzera e la sua deportazione; per concludersi poi con il ritorno alla vita normale. Sono state riassunte le fasi salienti della sua vita e ne è stato fatto un adattamento teatrale. Mi colpì moltissimo come abbia affrontato tutto nonostante la sua giovane età. È stata arrestata e deportata al campo di concentramento di Auschwitz quando aveva soltanto tredici anni. È rimasta lì un anno ed era una ragazzina che, da sola, è riuscita a sopravvivere.

Dal punto di vista recitativo, quali sono state le difficoltà nel raccontare questa storia?

Fa parte del lavoro attoriale, interpretare anche una persona realmente esistita e con tanti aspetti che non si conoscono direttamente, non avendo patito fame, freddo ed emarginazione. La difficoltà consiste nell’essere onesti intellettualmente nel restituire questo racconto, cercare di immergersi e cercare di dare tutta me stessa per raccontare al meglio questa storia.

Dal punto di vista emotivo che effetto ha fatto rivivere quei giorni?

È molto impegnativo perché, una volta terminato lo spettacolo, si esce sempre con un peso sul cuore. Tuttavia, dà molte soddisfazioni, soprattutto quando lo si fa per i ragazzi, che entrano a teatro magari un po’ disattenti, poi cominciano ad ascoltarti e si vede quanto siano rapiti e coinvolti da ciò che vedono. La fatica quindi viene ripagata.

A Natale sei stata protagonista de “Il grande giorno” di Massimo Venier e con Aldo, Giovanni e Giacomo. Raccontaci di questa esperienza?

È stata un’esperienza esilarante e divertente. Ho avuta la possibilità di lavorare con Aldo, Giovanni e Giacomo, tre fenomeni della comicità, disponibili, gentilissimi e simpaticissimi. Ho trovato un gruppo di lavoro invidiabile, ci siamo trovati tutti molto bene ed è stato come se ci conoscessimo da sempre. Ho avuto anche la fortuna di girare in posti bellissimi.

Cosa ti è piaciuto di Caterina?

Ha un carattere molto solare, con una grande gioia di vivere, spontanea, che nasconde qualcosa perché è caricata dalle aspettative dei genitori. Mi è piaciuto molto questo suo lato innocente e spontaneo, che possiede dei punti di contatto con il mio. Ho trovato, invece, molta differenza su come si carica dei compiti assegnati senza alzare troppo la testa ed è disposta pure ad accontentarsi per non deludere qualcuno, caratteristica che non mi appartiene tanto.

 

C’è qualche aneddoto curioso riguardo questo set che vorresti condividere con i nostri lettori?

Ricordo sempre quando è arrivata la statua di legno che raffigurava Giacomo e Giovanni, c’era molto caldo e le battute del film erano in linea con quello che abbiamo pensato tutti! (ride ndr.) Ricordo che per distendere la tensione, in una giornata molto calda e con l’acqua che non arrivava, Giovanni camminava per il prato facendo camminate strane e noi eravamo piegati dalle risate.

Tornando alle altre esperienze della tua carriera, riesci a individuare le tre tappe più significative e perché?

La prima tappa è stata sicuramente quando ho fatto il provino per l’Accademia del Teatro Stabile di Torino perché da lì è cominciato tutto. Un’altra esperienza importante per me è stata “La coscienza di Zeno”, che mi ha permesso di andare in tournée al fianco di attori importanti e lì ho potuto capire veramente cosa significhi recitare in teatro e la vita di attore teatrale. Infine, scelgo ovviamente il provino per “Il grande giorno” con Massimo Venier e il ruolo di Caterina.

Ci sono altri ruoli che vorresti ricordare?

Sono molto legata a tanti lavori come “Le baruffe chiozzotte”, o il “Giulio Cesare” dove interpretavo un ruolo maschile. Ho amato anche “Lovers”, nel quale ho interpretato Giulia e allo stesso tempo quattro ruoli diversi. Ma ogni esperienza ti lascia qualcosa, quindi se dovessi citarle tutte l’elenco sarebbe lungo.

Se potessi rubare un ruolo a una tua collega quale sceglieresti?

Ho adorato “La meglio gioventù” e se dovessi dirti un ruolo direi quello interpretato da Sonia Bergamasco.

Cosa significa per te il mondo del teatro?

Trovo che nonostante la visibilità minore rispetto a cinema e televisione, il pubblico sia molto affezionato al teatro e che i responsabili del settore lavorino molto bene. Il teatro ha una magia che non ti dà nessun altro mondo. Molti teatri sono dei luoghi magnifici in cui stare. Vedere qualcosa che accade in quel momento, come qualcosa di unico è una magia irripetibile ed è un’emozione indescrivibile. Il teatro cura l’anima e ti fa sentire più felice.

Questo portale si chiama “La voce dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?

È un insieme di suoni, parole, rumori, emozioni e silenzi che accompagnano lo spettatore attraverso una storia e gli fanno compagnia, lo fanno piangere, lo fanno ridere e gli regalano qualcosa.

 

*Foto di Luca Meneghel

Di Francesco Sciortino

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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